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Nesta si presenta: “Romperò le scatole. Inzaghi? Difficile allenare la Lazio”
FROSINONE NESTA CONFERENZA – Alessandro Nesta è il nuovo allenatore del Frosinone. Dopo l’ufficialità arrivata lunedì scorso, l’ex capitano della Lazio si presenta alla stampa questa mattina.
Ernesto Salvini, direttore generale del Frosinone: “Il Frosinone inizialmente aveva optato per un tecnico emergente: è nel mio dna trovare queste soluzioni. Tutti quelli che hanno viaggiato nel mondo Frosinone hanno ottenuto risultati, con grande capacità e abnegazione. C’era la volontà di aprire un ciclo con un tecnico giovane, un tecnico che ha ottenuto anche risultati. La scelta su Alessandro è nata perché ci dà la condizione giusta per lavorare: abbiamo optato per un biennale. È il tecnico e lo staff giusto per aprire un ciclo importante. Ci tengo a ringraziare il Perugia e il suo presidente per aver liberato Nesta prima del 30 giugno”.
LA CONFERENZA STAMPA DI NESTA
“Il presidente mi ha detto: “Fai quello che sai fare”. Sono un allenatore giovane, però ho le mie idee. Sono sulla strada giusta. Non sono precoccupato. Ho parlato con il presidente Stirpe, grande persona e grande personaggio. Sa quello che sono. L’anno scorso col Perugia abbiamo fatto un tipo di calcio. Sarà tutto sulle mie spalle: se le cose non funzioneranno, sarà colpa mia. Non cercherò mai alibi. La mia carriera da allenatore è giovane, però nella mia vita le responsabilità le ho sempre volute e sempre gestite. Il Frosinone viene da una retrocessione. Il primo obiettivo sarà creare entusiasmo, che la gente venga allo stadio e chi sia orgogliosa della propria squadra. Il giorno che finirà il mercato, è inevitabile che il Frosinone non può fare un campionato anonimo. È un top club”.
Sei stato allenato da grandi allenatori. Chi ti ha lasciato maggiormente qualcosa?
“Ogni tecnico mi ha lasciato qualcosa. Ho avuto Zeman che ebbe il coraggio di prendere un ragazzino e farlo esordire. Ho avuto Ancelotti. Da ognuno ho preso qualcosa. Ma ripeto: ognuno poi deve avere una propria personalità. Farsi amare dai propri giocatori è fondamentale: questo mi ha insegnato mister Ancelotti. E spero che questa sua abilità l’abbia appresa”.
Ripartirà dal 4-3-2-1 visto a Perugia?
“Ora vedremo il mercato: chi andrà via, chi verrà. Il 4-3-2-1 è un modulo che conosco bene e spero di attuare anche qui a Frosinone. La mentalità durante la settimana è fondamentale: avere un atteggiamento costante negli allenamenti. Ripeto: sono un allenatore giovane, che rompe le scatole. Spero di rimanere qui il più a lungo possibile, ma il giorno in cui andrò via mi auguro di aver lasciato qualcosa di importante”.
Quasi tutti i tuoi ex compagni, compreso te, sono diventati allenatori, anche importanti. Te lo saresti mai aspettato?
“Siamo gente competitiva, abbiamo bisogno della competizione. Da ex giocatori che hanno vissuto qualcosa di importante, il campo è la nostra vita. Io e il mio staff abbiamo dimostrato di avere molto coraggio. L’importante è che i giocatori siano bravi. Io ho fatto giocare i ’99 perché erano più bravi degli altri. Le gerarchie un gruppo deve averle, però chi gioca bene deve essere premiato. Il Frosinone mi ha voluto fortemente. Adesso per me è il top”.
In chiave mercato chiederà di prendere Verre?
“Verre l’anno scorso mi ha salvato la vita. È un giocatore di proprietà della Sampdoria. Ora ci confronteremo con la società e decideremo in base alle dinamiche del mercato”.
“Nella mia vita ho fatto il passo in base alla mia gamba. Credo molto nel mio lavoro e nelle mie idee. Partire immediatamente da una grande squadra è difficile e rischioso. Iniziare ad allenare dalla seconda divisione americana è stata la scelta più giusta. In Italia non hai il tempo di sbagliare”.
Simone Inzaghi, Simeone, Mihajlovic: chi di loro è più vicino al tuo modo di essere allenatore?
“Simone Inzaghi gioca diversamente da me: utilizza una difesa a 3. Il Cholo Simeone ha fatto delle cose importantissime. Credo che ognuno abbia le sue idee. Simone mi ha stupito: non avrei mai pensato potesse fare l’allenatore, invece ha fatto e sta facendo benissimo. A Roma allenare la Lazio non è facile”.
Una considerazione sulla vicenda Totti e il suo addio alla Roma?
“Sono affari loro. Ma non perché è la Roma: Totti è un mio amico. Spero solo che stia bene lui”.
In conclusione: “Vengo con grande entusiamo e con grande umiltà. Sono in una società importante. Non faccio il fenomeno, sono venuto qua per lavorare e fare il massimo per questa società”.
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