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ODDO loda l’Academy: “Non si può non investire sul settore giovanile, ma ci vuole pazienza”

Si avvicina sempre di più il Mondiale in Brasile, le favorite quali sono secondo te? “E’ difficile fare pronostici, facile individuare le favorite come Argentina, Brasile e Spagna…”

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NOTIZIE SS LAZIO- Sono passate 24 ore dalla presentazione dell‘Academy biancoceleste e le premesse per un progetto importante ci sono tutte. La Lazio in questo caso potrebbe aver aperto una nuova strada, mai battuta in Italia. Massimo Oddo, ex terzino e capitano laziale, ne spiega i motivi a Lazio Style Radio 100.7. “In Italia ci si focalizza solo su una squadra per vincere subito, ma non a una patrimonialità. E’ un’azienda particolare una società di calcio, un pezzo lo puoi pagare tanto ma è un punto interrogativo. Occorre patrimonializzare attraverso uno stadio di proprietà e un centro sportivo che abbia valore per la  società e i tifosi e creare così una fidelizzazione. In Italia siamo troppo concentrati sul risultato immediato, si vuole tutto e subito e difficilmente è consentito uno stop nella campagna acquisti magari in favore di qualcosa di più concreto nel lungo termine. Ma ci vuole qualcosa di concreto che abbia effettivamente valore. Con il tempo la crescita c’è, ci vuole un po’ di pazienza, all’estero ne hanno di più e conoscono il valore di questo tipo di investimenti”. L’ex azzurro campione del mondo del 2006 ha conosciuto una grande realtà come quella del Bayern Monaco, che investe molto sul settore giovanile. “Hanno grandissima organizzazione, grandi strutture. Non si può non investire sul settore giovanile e i risultati si hanno se si lavora dal fondo, agli inizi, nell’imprinting, non solo dagli Allievi Nazionali in su. Bisogna investire anche risorse umane, tecnici giusti e competenti per ogni categoria. Non saprei cosa fare se mi chiedessero di allenare bambini di 5 anni, magari io sono più adatto per i 16 in su. Ci vuole metodo e organizzazione, in Germania ci sono aree di competenza, nessuno scavalca nessuno. C’erano 4-5 aggregati del vivaio quando c’ero io, Badstuber, Alaba, Contento, Kroos e Muller. E’ un segnale importante, ora giocano anche Lahm e Schweinsteiger che vengono dal settore giovanile. Lavorano moltissimo sulla territorialità e sulla Baviera, bisogna crescerli bene i giovani”. Inzaghi, Bollini, Montella, Stramaccioni: anche in Italia c’è una ventata di rivoluzione per quanto riguarda gli allenatori. “C’è grande voglia di lanciare giovani, ce ne sono tanti che hanno molte idee anche innovative e sono molto bravi. Poi il passo sul campo è diverso, magari non si è in grado di trasmetterle, è una dote innata. Anche queste sono scommesse, bisogna crescere anche i tecnici nel vivaio come il Barcellona”. Si avvicina sempre di più il Mondiale in Brasile, le favorite quali sono secondo te? “E’ difficile fare pronostici, facile individuare le favorite come Argentina, Brasile e Spagna. Sono forti, ma è impossibile fare una griglia di partenza, sono tornei brevi, tante vicissitudini condizionano il cammino. Anche l’Uruguay ha molta tecnica, è una competizione difficile, conta lo stato di forma fisico e mentale oltre a una serie di fattori. Su chi punterei il mio gettone? Sull’Uruguay perchè vincerei di più.”

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