INTERVISTE
Pedro: “Grazie Roma per avermi ceduto alla Lazio, Baroni mi ha rianimato”
PEDRO LAZIO – Lunga intervista concessa dal calciatore della Lazio, Pedro, che ha commentato il passaggio dalla Roma al club biancoceleste e ha detto al sua sul possibile rinnovo, senza dimenticare un ringraziamento particolare a Baroni. L’ex Barcellona ha concesso una doppia intervista, a Il Messaggero e a El Dia.
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Le parole di Pedro a Il Messaggero
Queste le parole di Pedro a Il Messaggero: “Non ho mai pensato di andar via. Volevo continuare alla Lazio e rispettare il contratto. Ho parlato con il ds e il presidente e, anche se avevamo comprato tantissimi giocatori in attacco, hanno deciso di tenermi. E ora tutti insieme, i giovani e un vecchietto, siamo un’incredibile macchina da gol”.
Sull’offerta dell’Al-Qadsiah
“Sì, vero, mi hanno cercato ma non ho cambiato idea. Rispetto la scelta di altri colleghi, ma io non mi muovo dal calcio europeo. Ho avuto la fortuna di giocare nei tre migliori campionati e nelle competizioni Uefa. Quando quei nessuna squadra mi vorrà più, smetterò.
Sul perché non si nomina la parola Champions
“Perché adesso non dobbiamo parlare troppo né farci travolgere dall’euforia. Massacrarci di lavoro ci ha portato così in alto. Abbiamo fatto bene in Europa e in campionato, ma siamo solo all’inizio. E quindi nello spogliatoio ci siamo detti di non fissarci un traguardo. Lo vedremo tutti insieme a fine stagione. Solo mantenendo questa fiducia e la cattiveria, sarà un posto lontano”.
Sul rinnovo con la Lazio
“No, vedremo più avanti con Lotito, ci siederemo a un tavolo”.
Su Baroni
“Baroni mi ha rianimato, è vero. Si è rapportato come se fossi un uomo in più del suo staff tecnico, mi chiede consigli su come aiutare il gruppo. Questa responsabilità mi fa rendere di più. So che devo dare più degli altri, così riesco a superare limiti biologici che non avrei immaginato”.
Sul passaggio dalla Roma alla Lazio
“Sono il passato, anzi hanno preso la miglior decisione all’epoca e li ringrazio di avermi ceduto alla prima squadra della Capitale ovvero la Lazio”.
Sul possibile ritorno in Nazionale
“Non esageriamo”.
Sull’Europa League
“Il mio sogno è vincere qui prima di smettere, sarei l’uomo più felice del mondo. Un fioretto? Sono pronto a tuffarmi dentro la Fontana di Trevi, se mi danno il permesso e non mi arrestano (ride, ndr)”.
Le parole di Pedro a El Dia
Pedro ha rilasciato una seconda intervista al quotidiano spagnolo El Dia, affermando: “A Tenerife mi amano molto, forse troppo per quello che merito (ride, ndr). È stato un peccato non aver mai giocato lì con la maglia della Nazionale, ma sono felice che Yeremy Pino, Ayoze e Pedri possano realizzare questo sogno lunedì. Seguirò la squadra da lontano, come sempre, sperando che uno dei tre segni un gol. Sarebbe una grande gioia per me. Ho avuto la fortuna di arrivare in Nazionale, di giocare in campionati importanti e naturalmente sono molto felice in generale per tutto quello che ho potuto dare alla Spagna. Ora la seguo ogni volta che gioca”.
Sul giocare a Tenerife
“Ho avuto comunque modo di giocare a Tenerife con il Barcellona. È stata una partita speciale, bellissima. La cosa più emozionante in queste situazioni è giocare vicino alla tua gente, nel mio caso a parenti che non mi avevano mai visto dal vivo. Per fortuna ho fatto una buona partita e ricordo che ho anche segnato. È un peccato che non si sia ripetuto più volte perché il Tenerife non era in Liga negli anni successivi, ma è una squadra che porto nel cuore perché è quella del mio paese. Anche se non ho mai giocato con loro in squadra, spero che raggiunga la massima serie il prima possibile. Sarebbe bello per tutti”.
Sul sentirsi sottovalutato
“Io sono felice, mi sento un privilegiato e non posso lamentarmi. Non avrei mai immaginato di vincere 25 titoli in carriera, di vincere la Champions League, la Coppa del Mondo, di giocare in due delle migliori squadre della storia… Mi riferisco ovviamente alla nazionale e al Barcellona. Ma è stato anche un onore difendere i colori del Chelsea e ora sono molto contento di essere alla Lazio. Forse a livello mediatico non mi hanno riconosciuto tanto, non lo so, è una cosa che potremo giudicare più avanti, quando mi sarò ritirato. Ho potuto dedicarmi professionalmente a ciò che mi piace di più e lo sto facendo ancora alla mia età con un affetto straordinario da parte dei miei compagni, degli allenatori e dei tifosi. Ho fatto tanti sforzi, tanti sacrifici, ma quello che porterò sempre con me quando tutto questo sarà finito sarà l’affetto della gente. Questo è quello che conta di più”.
Sul vincere alla Lazio
“Ovviamente vorrei vincere qualcosa con la Lazio perché ho avuto la possibilità di vincere un titolo in tutte le mie stagioni, tranne che in Italia. Mi piacerebbe farlo qui perché la Lazio è un club storico, con una storia come quella del Chelsea o del Barcellona. So che qui è più difficile per diversi fattori, ma al momento stiamo facendo bene e siamo anche primi in classifica in Europa League. Vedremo fino a che punto possiamo arrivare. Ma senza dubbio vorrei ritirarmi vincendo un trofeo. Non è un’ossessione, ma quando arriverà il mio momento mi farò da parte, lo farò con discrezione e sarà difficile, ma né più né meno di quello che hanno già fatto altri compagni di squadra e amici”.
Sul suo rendimento attuale
“Ho un ruolo più importante rispetto all’anno scorso. Sono il più vecchio della squadra, ma cerco comunque di dare una mano come gli altri. Mi sento a mio agio, vicino ai giovani, insegno loro quello che so… Questo è il mio ruolo. Ovviamente non è lo stesso delle mie esperienze passate, ma mi sento ugualmente importante e apprezzato dagli altri. È fondamentale tutto ciò quando si tratta di giocare. Quando sarà il momento prenderò una decisione sul mio futuro, ma per ora penso solo a godermi il resto della stagione. Vedremo fino a che punto arriveremo”.
Sul Museo Pedro
“È un progetto a cui stiamo già lavorando e che si farà una volta che mi sarò ritirato. Sono aperto a tutte le opzioni, ma sarebbe bello se fosse a Tenerife. L’idea è quella di raccogliere tutte le cose che ho conservato: trofei, premi, maglie, scarpini… e regalarle alle persone perché possano vederle da vicino”.
Su Nico Paz del Como
“È una macchina. Ha iniziato l’anno molto bene, ha la fiducia di Fabregas e ho avuto modo di parlargli. È un giocatore abile e interessante che ho seguito molto. Mi piace il suo modo di giocare”.
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