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Poli: “Difficile riprendere dopo 3 mesi di stop. Dal mercato proverei a prendere Kumbulla”
POLI LAZIO INTERVISTA – Ai microfoni della radio ufficiale della Lazio è intervenuto Fabio Poli. L’ex biancoceleste ha parlato di mercato e delle difficoltà legate alla ripresa della Serie A dopo 3 mesi di stop. Ecco le sue parole.
Le difficoltà della ripresa
“Ricominciare dopo tre mesi con carichi pesanti è complicato, credo che nessuno possa tener botta. Tuttavia, chi fa questo tipo di lavoro sa come lavorare. Fermo restando che qualcosa può succedere dal punto di vista fisico, come succede durante l’anno. C’è gran confusione, è difficile affrontare una situazione del genere. La concentrazione non si sa come sarà. Si lavorerà in un modo a cui nessuno ha mai pensato. Farei delle panchine a 18, anche quando riprenderà la normalità”.
Fronte mercato
“Confermando i giocatori principali, lavorerei soprattutto sulla difesa, perché vorrei della gente tosta, forte. Credo che sia un po’ la base di una squadra. E forse un centrocampista. Ho sempre paura che Leiva possa avere un calo improvviso, per una questione di età. Kumbulla? L’ho visto tante volte, ha sempre fatto bene. Mi sembra che sia anche giovane, forte fisicamente. Bisogna creare delle squadre che durino, in modo che ogni anno si possa fare anche solo uno o due innesti. Non credo che Lulic le possa fare tutte ai suoi ritmi. Marusic a me piace, anche se non ha la qualità di Lulic. È giovane, deve avere continuità. Ha reso meno di quello che si pensava, anche perché ha avuto qualche problema anche lui”.
Sulla pandemia
“Mi auguro che finisca questo campionato, vuol dire che qualcosa di buono sta venendo fuori anche per il resto d’Italia. Bisogna fare le cose per bene. Speriamo tutti che si possa tornare a giocare, è una questione di contatto sociale ma le situazioni più sicure possibili, per far sì che si riprenda nel modo giusto. Bisogna capire se, solo escludendolo, possa essere una soluzione giusta o pericolosa. Questo lo possono dire solamente i scienziati, i medici. Credo che le varie federazioni debbano fare tutte le stesse cose, tutte le nazioni hanno lo stesso problema. Chi più chi meno, è lo stesso virus”.
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