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PORTIERI. FEDE alla caccia dei superpoteri, BERI l’altro numero 1: ecco la botte di ferro biancoceleste
LAZIONEWS.EU – Berisha vuol dire garanzia, Marchetti tra le tante cadute e le risalite: la storia del 2014 degli estremi difensori biancocelesti…
APPROFONDIMENTO LAZIONEWS.EU – Ormai arrivati al capolinea di questo anno solare, il 2014, così pregno di problemi ma soprattutto di cambiamenti per i colori biancocelesti, è giunto anche il tempo di fare qualche bilancio. Un anno che si è aperto con l’Inter all’Olimpico il 6 gennaio e si è chiuso ancora contro il ‘Biscione’, stavolta alla Scala del calcio milanese, lo scorso 21 dicembre. Da Inter a Inter però i guardiani della porta si dati il cambio: il giorno della Befana segnato dal gol-vittoria di Klose, tra i pali c’era Etrit Berisha ma quasi dodici mesi dopo a fermare Icardi &co. c’era Federico Marchetti. Per tutto il 2014 la Lazio, prima con Reja e poi con Pioli, ha potuto contare su due numeri uno affidabili che hanno sempre fatto dormire sonni tranquilli. Marchetti e Berisha si sono avvicendati nelle 43 partite totali giocate dai biancocelesti nell’anno solare 2014 (37 di campionato, 4 di Coppa Italia e 2 di Europa League), che hanno visto la porta laziale trafitta per 53 volte.
FEDERICO MARCHETTI
Il manifesto di Fede ce lo ha regalato lui in persona qualche giorno fa, in occasione della cena di Natale della Lazio: “Mi davano per finito, ma il vero uomo cade e ha la forza di rialzarsi”. Quella a cavallo tra 2013 e 2014 è stata di certo l‘annata più complicata della carriera del portiere di Bassano del Grappa, che proprio dalla gara con l’Inter che era ancora di Mazzarri ha cominciato il lungo stop. Un’annata più difficile dell’ultima a Cagliari dove era finito fuori rosa, in quel caso per motivi contrattuali: negli ultimi mesi di mezzo ci sono andate tante cose, a partire dalla vita privata dell’ex Albinoleffe. Gli innumerevoli probemi fisici che hanno attanagliato, tormentato e tartassato Federico hanno scatenato altrettante voci che però col campo poco o davvero nulla avevano a che fare. Un alone di malizia ha circondato Marchetti, che ne ha inevitabilmente risentito anche a livello psicologico e di conseguenza anche fisico. Un estremo difensore come lui vive di lucidità, esplosività ma soprattutto di istinto, forse ciò che più lo caratterizza. Gli infortuni muscolari, i problemi alla schiena si sono trasformati per le malelingue in crisi matrimoniali, presunti accordi di calciomercato (tra Milan e Napoli prettamente, ma anche Cina), perfino in problemi di alcolismo. La seconda parte di stagione 2013-14 è stato un continuo calvario: delle 25 partite totali disputate dalla Lazio dal 6 gennaio (21 di campionato, 2 di Coppa Italia e 2 di Europa League) Marchetti è stato presente tra i pali in appena cinque occasioni (4 in campionato più il ritorno di Euro League stregato in casa del Ludogorets il 27 febbraio, che aveva segnato proprio il suo debutto nel 2014). Un quinto dei match totali, sei gol subiti in tutto: numeri impietosi.
Ancora una caduta, ancora una risalita – Una serie di sfortunati eventi che hanno portato a fargli mancare uno di quegli appuntamenti che nessun giocatore dovrebbe mai mancare, il Mondiale in Brasile. Lui era l‘erede designato di Buffon, lui che è stato ribatezzato ‘Superman’, o ‘Spiderman’ o ancora ‘Thor’: tre supereroi in uno. I problemi fisici però gli impedivano di tornare a volare tra i pali, gli toglievano reattività ed elasticità. Fede però si è tappato occhi e orecchie per non sentire né vedere e ha cominciato a lavorare duro per ritrovare i superpoteri gettando via ogni sorta di criptonite. In questo campionato ha saltato le prime tre giornate contro Milan, Cesena e Genoa a causa dell’ennesimo infortunio rimediato in estate dopo che sembrava finalmente essere tornato ai suoi livelli in ritiro. Federico è tornato al suo posto dalla gara con l’Udinese: da quel 25 settembre 12 presenze su 13 (out contro l’Empoli per noie alla schiena) e 13 reti subite (solo quattro i match a rete inviolata, di certo non sempre aiutato da un reparto spesso scricchiolante come quello difensivo), una media leggermente superiore a un gol a partita. E’ vero, il portiere 31enne della Lazio non è ancora tornato un fattore decisivo, uno di quelli che nell’arco di un campionato ti portano almeno una decina di punti, ma la strada è quella buona e da qualche partita lo sta dimostrando con una condizione fisica e mentale in continua crescita. Tutti noi abbiamo ancora negli occhi le prodezze a Torino contro la Juve o quelle in mondovisione all’Olimpico contro l’Argentina con la maglia azzurra addosso. E di certo è proprio quello l’obiettivo di Marchetti, tornare a volare, tessere ragnatele impenetrabili lungo tutta la porta e respingere col suo martello ogni pallone che gravita dalle parti del suo regno. E’ quello che gli augurano tutti i tifosi biancocelesti, è quello che gli augurano gli amanti del calcio e del mestiere, ansiosi di esaltarsi di nuovo ai suoi gesti felini. Perché quel Marchetti lì di rivali in giro per l’Europa, ne ha davvero pochi.
ETRIT BERISHA
Il ritorno di Marchetti è stato senza dubbio facilitato dalle ottime prestazioni del portiere titolare della nazionale albanese allenata da Gianni De Biasi. Il 2014 dell’ex Kalmar FF, come dicevamo, inizia proprio dal 6 gennaio, chiamato a sostituire l’infortunato collega titolare. Garanzia è il termine che più si addice al 25enne nato a Pristina, quello che si è prepotentemente guadagnato. Avevano fatto scalpore e anche polemica le sue parole nei primi giorni biancocelesti nell’estate 2013, in cui aveva affermato di essere stato rassicurato da Tare sul suo posto da titolare. La politica della Lazio è stata sempre chiara per quanto riguarda la porta: se disponibile, il titolare è Marchetti. In ogni caso Berisha alle parole ha fatto seguire anche i fatti e gli infortuni di Federico gli hanno aperto la strada verso le riconferme, gli elogi e la crescita costante alla Lazio così come con l’Albania. Il tutto avveniva con una causa e un futuro ancora incerto per la pendenza presso la Fifa con il Chievo che ne rivendicava le prestazioni grazie a un contratto già firmato da Etrit. Nella seconda parte di stagione sono state ben 20 (17 in Serie A, 1 in Europa League, l’andata con il Ludogorets, e 2 in Coppa Italia) le presenze sulle 25 gare disputate dagli uomini di Reja. I gol subiti dal portiere albanese in questo lungo periodo da titolare sono stati 28 con 7 partite con la porta tenuta immacolata. Nella stagione in corso, quella 2014-15, che ha visto il ritorno di Marchetti, i gettoni dal primo minuto sono stati solo 6 (4 in Serie A e 2 in Tim Cup) con 6 reti subite. Il gigante (è alto 194 centimetri) balcanico è tornato guardiano delle serate di Coppa, ha capito quali sono le gerarchie e le ha accettate nonostante più di qualche voce di mercato su alcuni interessamenti di club in giro per l’Europa (soprattutto Bundesliga). La sua vera forza è stata quella di farsi trovare sempre pronto anche quando chiamato in causa all’ultimo minuto, con Marchetti spesso costretto al forfait sul gong. Se da una parte il portiere albanese non si è ancora distinto particolarmente per interventi sopra la media, di sbavature da parte sua non se ne ricordano da quando è sbarcato dalla Capitale. L’Aquila sul petto e il numero 1 sulle spalle, affidabilità e comando totale delle palle alte: la Lazio è in una botte di ferro.
THOMAS STRAKOSHA
A chiudere la batteria di portieri biancocelesti c’è un altro albanese. Figlio d’arte (papà Fotaq è un’icona del calcio nazionale), Thomas Strakosha lo scorso anno è stato il portiere titolare della Primavera e già faceva parte della prima squadra. Dopo le prestazioni super con la selezione giovanile prima di Bollini poi di Inzaghi che gli sono valsi numerosi complimenti soprattutto in patria, Thomas non è ancora riuscito a mettersi in mostra quest’anno . Ora il classe ’95 aspetta la sua occasione, ma di certo non sarà per nulla semplice con due colossi del genere davanti a lui.
Francesco Iucca
TWITTER: @francescoiucca
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