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Quella fedeltà giurata diventata un tradimento
MESSAGGERO (G. De Bari) – Il dovere dell’allenatore biancoceleste era semplicemente quello di essere chiaro e sincero fino in fondo con tutti, ma così non è stato…
RASSEGNA STAMPA SS LAZIO – Ha preso in giro tutti: presidente, calciatori, tifosi, giornalisti. Complimenti a PETKOVIC, pronto a smentire le indiscrezioni, ad attaccare l’ambiente, a giurare fedeltà alla Lazio, a rassicurare LOTITO che niente c’era di vero sulle voci che arrivavano dalla Svizzera. Una recita di Natale in piena regola, con il solito aplomb distaccato e con il sorrisino beffardo. E, mentre portava la squadra sempre più in basso in classifica, flirtava spudoratamente con la Federcalcio elvetica fino a firmare l’accordo. Voleva chiudere in bellezza il 2013. Un tradimento in piena regola, non solo nei confronti dello spogliatoio ma di quanti hanno continuato a rinnovargli fiducia, nonostante i risultati sempre più deludenti, con alibi a volte crittografici, a volte infondati. Petkovic, oltre all’esatto significato del termine dominare, usato molto spesso a sproposito, dovrebbe imparare anche quello del termine rispetto. Che dovrebbe portare a una società che gli ha regalato una platea importante, pagandogli regolarmente lo stipendio, alla gente che crede nella buona fede dei suoi idoli e in alcuni valori etici, a quanti lavorano attorno alla Lazio, l’opinione del Messaggero.
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