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Radu, un tocco sfortunato trascina la Lazio nelle sabbie mobili. Ai senatori il compito di guidare la risalita
LAZIO SENATORI RADU – Nella fatidica catena di errori del primo minuto di gioco di Atalanta-Lazio è caduto anche Stefan Radu, difensore…
LAZIO SENATORI RADU – Nella fatidica catena di errori del primo minuto di gioco di Atalanta-Lazio è caduto anche Stefan Radu, difensore impeccabile negli interventi e sempre lucido mentalmente. Eppure qualcosa si è spento anche nel rumeno in quei sessanta secondi dopo il fischio d’inizio. La Lazio è entrata in campo distratta, sorniona, impaurita. L’errore macroscopico di Wallace, saltato troppo facilmente da Gosens, scopre la retroguardia biancoceleste. Acerbi è costretto a scalare verso destra, Radu si accentra e svirgola il cross lungo del nerazzurro mettendolo proprio sul piede glaciale di Zapata. Sfortuna si, ma anche sorpresa: da un giocatore con 328 presenze con la maglia biancoceleste è lecito aspettarsi di più.
I NUMERI DEL MATCH – Ed infatti Radu non si è rammaricato ed il suo lo ha fatto per cercare di rimettere le cose apposto. Come testimoniano i numeri del match, il numero 26 ha portato a compimento 34 dei 38 passaggi tentati e vinto il 100% dei contrasti di gioco. I due intercetti e le sei respinte difensive sono dati che lo consacrano (almeno nelle cifre) il migliore del terzetto arretrato nel Monday Night bergamasco. Nella ripresa, Simone Inzaghi è passato alla difesa a 4 e Stefan è tornato ad occupare la posizione del centrale di sinistra. L’Atalanta ha attaccato poco nel secondo tempo ma questo cambio di ruolo ha influito sui numeri negativi di Radu in attacco. Il rumeno ha dovuto limitare le sue solite scorribande mancine, favorendo in quel ruolo le sovrapposizioni di Lukaku. Uno solo il cross tentato verso l’area (tra l’altro sbagliato) nei 95 minuti di gioco e 59 tocchi di palla totali. 58 li ricordano in pochi, uno purtroppo è saltato alla ribalta. Se la Lazio è caduta a Bergamo non è colpa (solo) di Stefan ma sta proprio al giocatore quinto nella storia per numero di presenze e agli altri senatori tirar fuori la squadra da queste pericolose sabbie mobili.
Marco Barbaliscia
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