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Radu vs Peluso, il senatore biancoceleste affronta un laziale doc
FACCIA A FACCIA – Il difensore del Sassuolo è cresciuto con i colori biancocelesti sulla pelle…
FACCIA A FACCIA – Uno laziale d’adozione. L’altro romano e biancoceleste di nascita. Lazio-Sassuolo è anche Radu contro Peluso. Il presente contro chi avrebbe voluto essere tale. Una sfida nella sfida domenica all’Olimpico, quando alle ore 15.00 le due squadre scenderanno in campo per l’11a giornata di Serie A.
DOPPIONI – Trent’anni il primo, trentadue il secondo. I due mancini hanno profili molto simili. Carta d’identità a parte, in campo occupano la stessa posizione: quella di terzino sinistro. Esperienza ed intelligenza tattica, Inzaghi e Di Francesco non rinunciano quasi mai ai due laterali: sette presenze su dieci nell’attuale Serie A per l’ex Dinamo Bucarest, 9 per il suo prossimo avversario. Duttilità. Altra parola chiave per spiegare la loro importanza. Entrambi possono infatti essere schierati anche al centro della difesa, meglio in un terzetto che in una linea a quattro. Sanno marcare ed hanno il senso della posizione, sono dei veri jolly per la linea difensiva.
LEADER – Duecentocinquanta. Stefan Radu, contro il Cagliari, ha festeggiato le 250 apparizioni con l’aquila sul petto. Un traguardo importante che lo catapulta al 20° posto della classifica all time delle presenze dei giocatori biancocelesti. Arrivato nel gennaio del 2008, è ormai un leader dalle parti di Formello: sia dentro che fuori dal campo. Per fare le fortune della compagine capitolina ha lasciato la nazionale giovanissimo. Un gesto particolarmente apprezzato dal presidente Lotito, che la scorsa estate gli ha prolungato il contratto di 5 anni (fino al 2020).
DESTINO – Strane sensazioni. Gioia e dispiacere allo stesso tempo. Il 22 gennaio 2013 allo Juventus Stadium Federico Peluso segna il suo primo gol in maglia bianconera. Lo realizza contro la Lazio, la sua Lazio. Quella squadra che ha nel cuore fin da quando era bambino. La fede con cui è cresciuto. Il destino ha voluto così, anche se quella rimane l’ultima ferita inflitta all’Aquila. In totale sono undici le volte in cui l’ha affrontata e sei quelle in cui l’ha vista trionfare. Domenica per lui saranno 90′ particolari, in cui le emozioni prenderanno il sopravvento. D’altronde al cuore non si comanda.
Riccardo Caponetti
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