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Rambaudi e la frecciatina a Sarri: “Lamento unico e continuo”
RAMBAUDI LAZIO SARRI- Roberto Rambaudi è un ex attaccante ed ha militato nella Lazio dal 1994 al 1998. Nella sua permanenza nella capitale ha collezionato 13 gol in 109 presenze. Rambaudi è intervenuto a ai microfoni di Notizie.com parlando di Sarri ed il periodo che sta vivendo la sua Lazio.
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Le parole di Rambaudi
“E’ una formazione che fa il suo gioco e ha il suo gioco e la sua identità, in questo Sarri è stato bravissimo. La Lazio non è spettacolare, ma questo si sapeva, rispecchia l’allenatore, difende bene, anche se dietro ha dei giocatori normali, e ci si affida davanti ai giocatori di qualità. Non è certo il Sarri di Napoli, ma si sapeva, la Lazio è una squadra solida, compatta e anche matura visto che è riuscita a gestire situazioni difficili. Sono fiducioso perché è consapevole della propria forza, è un’ottima squadra con giocatori di qualità che stanno interpretando al meglio le idee dell’allenatore”.
“Impressionato da Rovella, è imbarazzante per quanto è bravo, per quanti palloni recupera in ogni partita, da come interpreta il ruolo, in maniera importante per come vuole Sarri, difende e recupera tanti palloni. E’ una squadra che è sempre stata importante, il salto di qualità lo deve far fare l’allenatore che con la sua comunicazione non aiuta. Lui a volte dà alibi ai giocatori e questo è deleterio. E’ pagato tanto, è bravo ma adesso deve far fare il salto di qualità alla Lazio che deve arrivare tra le grandi e arrivare tra le prime quattro, colmando il gap con le prime. E il calcio che gioca Sarri va benissimo, il problema è quando non arrivano i risultati, purtroppo la falsa partenza in campionato, ti costringe a non sbagliare più o quasi più nulla”.
“Supercoppa? Deve essere giocata, le finali ti fanno crescere, poi capisco che vai dall’altra parte del mondo, ma questo è, per creare una mentalità vincente non devi dare alibi ai giocatori e non ti devi lamentare più di tanto, anzi non ti dovresti lamentare, ma che dici, ma come ti viene in mente di dire “l’imboscata delle 12,30″, ma che vuol dire? E’ questo quello che manca per far crescere questi giocatori e ambiente stesso. E’ un lamentio unico e continuo, è fastidioso e non servono secondo me, soprattutto da uno come lui, ma pensa a giocare e andare in campo”.
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