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Riecco zio EDY l’usato sicuro
CORRIERE DELLO SPORT (F. Recanatesi) – Reja è riflessione, equilibrio, tranquillità. Il suo compito? Ricompattare la squadra e ridare fiducia…
RASSEGNA STAMPA SS LAZIO – Usato sicuro. E’ un allenatore ricco di storia e di successi. Reja è stato l’uomo dei salvataggi in corsa, delle promozioni difficili, delle riabilitazioni. Ha evitato non so quante retrocessioni, ha vinto campionati di B e di C, ha accompagnato la resurrezione del Napoli dopo la caduta nella terza serie nella quale molte società blasonate sono rimaste impantanate per decenni se non affogate. L’uomo della provvidenza. Non a caso lo chiamiamo “zio Reja”. Quello “zio” vuol dire fiducia, stima, prestigio, oltre che affetto. Zii vengono nominati gli amici stretti di famiglia. Un uomo da 6/6,5 garantito. Più giù non va mai, più su qualche volta. Lo specchio del tecnico, dell’uomo e del suo carattere è il curriculum da allenatore dopo una breve e modesta vita da mediano nella Spal e nel Palermo. 35 anni e più di 800 partite sulla panchina di 23 squadre diverse. Prima d’ora non era mai tornato a lavorare con una casacca che aveva già indossato. Né poco capace né poco fedele, semplicemente attratto da nuove esperienze e nuove sfide e consapevole della precarietà dei sentimenti di dirigenti e tifoserie, afferma il Corriere dello Sport. Non ha mai avuto paura di saltare in groppa a cavalli in corsa: in 35 anni questa è la diciassettesima volta che subentra a un collega licenziato. Quasi sempre, come logica suggerisce, sono cavalli azzoppati che ogni volta, però, è riuscito a condurre felicemente al traguardo. La larga sufficienza garantita da zio Edy, campione di regolarità, viene descritta anche dalla media-punti delle sue 836 partite: assegnandone 3 a tutte le 317 vittorie e sommandoli ai 255 pareggi otteniamo 1.206 punti con una media di 1,44 a partita. La media sale nelle due stagioni e mezza alla Lazio: 1,6 nello spezzone del 2010, 1,7 con il quinto posto del 2011, 1,6 con il quarto del 2012. Media generale: 1,67. L’arrivo di Reja, tuttavia, non ha pienamente convinto né la tifoseria né la critica. La sua Lazio non ha mai avuto un gioco brillante, brontolano gli scettici, ha il braccetto corto, è troppo difensivista, è vecchio di età e di concezione di gioco. Ora il suo compito sarà quello di ricompattare una truppa lacerata, dare finalmente una fisionomia alla squadra e restituirle fiducia e serenità.
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