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ROCCHI è sicuro: “Questa è la LAZIO più completa della gestione LOTITO, ma DJORDJEVIC…”
L’ex capitano ammette: “Credo che mi sarei divertito a giocare nella Lazio di Pioli, si esprime con un’ottima filosofia di calcio esprimendosi come gruppo”…
NOTIZIE LAZIO – Un tuffo nel passato. Tommaso Rocchi, impegnato in Italia per un’amichevole della sua Halàdas contro l’Inter, in diretta ai microfoni di Radio IES torna a parlare della sua Lazio tra presente e passato: “Spero che la Lazio riesca a conquistare il terzo posto. Questa è la rosa più completa della gestione Lotito. Però bisogna fare i conti con gli infortuni. Per fare una stagione al massimo delle potenzialità si devono incastrare nel modo giusto tanti tasselli non sempre controllabili. Quando ero alla Lazio spesso si è detto che alcuni acquisti non venivano fatti per le pressioni dei senatori che non vedevano di buon occhio la concorrenza. Sono chiacchiere da bar. Voci infondate solo per trovare giustificazioni. Con l’infortunio di Djordjevic è un rischio rimanere con Klose e Perea. La società voleva prendere un attaccante, c’era la volonta anche se poi c’è stato qualche problema. Djordjevic mi piace molto. E’un attaccante completo che si è subito inserito bene. Credo che mi sarei divertito a giocare nella Lazio di Pioli, si esprime con un’ottima filosofia di calcio esprimendosi come gruppo. Mauri sta confermando che tatticamente è sempre uno dei migliori. Sta facendo bene nonostante tutte le difficoltà fuori dal campo. Lui risponde sempre con le prestazioni, e non a caso ogni allenatore lo considera indispensabile. Parolo ha delle caratteristiche simili, Stefano è più bravo tecnicamente e più offensivo però Parolo riesce a fare tutte le fasi di gioco. Questa Lazio ha due gioielli come Keita e Felipe Anderson. Entrambi sono molto dotati tecnicamente e potenzialmente sono prospetti molto interessanti. Preferisco il percorso di Felipe Anderson che ha avuto delle difficoltà nel primo anno, e poi è riuscito a lavorare bene mettendosi in discussione facendosi apprezzare dall’allenatore conquistando la fiducia con la fatica quotidiana in allenamento, fino ad esplodere. Credo che questo percorso sia garanzia per il futuro per riuscire a confermarsi e affermarsi a grandissimi livelli. Noi abbiamo avuto Mauro Zarate. In campo faceva quello che voleva con il pallone. Anche lì se ne sono dette tante, lo spogliatoio si è sempre comportato in modo perfetto con lui, in campo poteva fare ciò che voleva perchè riusciva a dare un contributo determinante. Però a livello comportamentale no. Arrivare tardi in allenamento o mancare di rispetto con alcuni atteggiamenti ai compagni, non è giustificabile e giustamente spesso gli abbiamo fatto notare alcune cose. Ma succede in ogni squadra in ogni spogliatoio. L’errore su Zarate è stato commesso anche dalla stampa e dai tifosi. Lui è esploso subito e quindi c’è stata un’esaltazione che lo ha fatto sentire invincibile e libero di fare qualsiasi cosa. Io sono stato molto amato dai tifosi Laziali e porto sempre nel cuore i colori biancocelesti. Mi manca sempre un pò la Lazio. Sono orgoglioso che ancora oggi vengo identificato in giro per l’Italia come il capitano della Lazio. Sono sincero, sognavo un finale diverso. Avrei voluto che alcune cose fossero andate diversamente, ma nella vita non c’è mai un addio. Io ho avuto la fortuna di arrivare e trovare un personaggio come Paolo Di Canio. Lui non è riuscito a dimenticare come è stato trattato l’ultimo anno. Questo ha offuscato anche le sue parole negli ultimi tempi dando l’impressione che abbia dimenticato tutto. Vi posso assicurare che il suo amore per la maglia rimarrà sempre immutato”.
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