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ROCCHI: “Scelta giusta ma la crisi è colpa del club”
IL TEMPO (V.Lo Russo). L’ex bomber biancoceleste aggiunge: “Il mio dubbio riguarda il modo in cui Reja lasciò la Lazio,
i dissapori con i dirigenti e le dimissioni respinte…”
RASSEGNA STAMPA SS LAZIO- E’ il quinto marcatore di sempre nella storia della Lazio, 105 gol in 293 presenze. Tommaso Rocchi è il simbolo della squadra biancoceleste di questi ultimi anni, l’ultima bandiera della società capitolina. L’attaccante, ora in forza al Padova, ha detto la sua sul cambio di panchina che si prospetta in casa Lazio nelle prossime ore, con il ritorno di Edy Reja. Queste le parole dell’attaccante veneziano riportate dal ‘Tempo’.
Reja è la scelta giusta?
«Mi fa molto piacere che la Lazio abbia scelto proprio Reja. È un ottimo allenatore, ha grande carisma ma soprattutto conosce bene i giocatori, l’ambiente, la società. Sulla persona nulla da dire, nutro qualche dubbio perché è un ritorno».
Che genere di dubbi?
«Le mie uniche perplessità riguardano il modo in cui lasciò la Lazio a suo tempo. C’erano stati dissapori con i dirigenti, il rinnovo era in dubbio, dimissioni respinte. Insomma non era un rapporto idilliaco, si era chiuso in maniera strana ma questo non significa che non possa ripartire alla grande».
Quali sono le sue caratteristiche migliori?
«Con lui ci sono tutti i presupposti per far bene. Ha grande esperienza e conosce bene lo spogliatoio. Come persona e come uomo di calcio è la scelta giusta per la Lazio».
Cosa può dare più di Petkovic?
«A questo punto della stagione serviva una scossa. Reja è molto bravo nel gestire i rapporti, darà subito un’impronta alla squadra e non solo sul campo, anche nella determinazione, nella voglia, in quello che ultimamente era venuto a mancare».
Che tipo di gioco farà?
«Credo che giocherà col 4-2-3-1 come facevamo all’epoca ma non ha problemi a cambiare modulo».
Quali sono i problemi della Lazio? È tutta colpa dell’allenatore?
«No. Quando non arrivano i risultati non è mai solo colpa dell’allenatore. Ma si sa, chi paga è sempre la guida tecnica. Le responsabilità sono da dividere tra squadra, tecnico e società. So che i ragazzi non stanno vivendo un bel momento e con questo non dico altro».
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