LAMPO DI KEITA, ROMA AL TAPPETO – E pensare che lo stop last minute di Immobile, fermato nella notte da un virus intestinale, poteva sconvolgere i piani di Inzaghi. Ma nonostante l’assenza del centravanti il gruppo applica alla lettera il dogma dell’allenatore: squadra corta dietro e pronta a ripartire con lanci verso l’unica punta Keita. E’ proprio lui a sorprendere dopo 12 minuti una Roma capace solo d’illudere con il solito gol mangiato da Dzeko dopo 3′: controllo del senegalese in area, movimento a rientrare sul sinistro per evitare la marcatura di Fazio e sinistro che passa tra le gambe di Emerson per spegnersi oltre un distratto Szczesny. E accendere la festa laziale. Il copione da quel momento diventa ancora più marcato: Roma rovesciata nella metà campo laziale ma statica e lenta. Al punto che potrebbe incassare il bis quando Lukaku s’infila in area da sinistra: Fazio lo stende, ma Orsato non se ne accorge. Pure Keita protesta con l’arbitro quando lo ferma dopo essersi liberato di El Shaarawy per una spintina veniale.
STROOTMAN SI TUFFA: RIGORE E POLEMICHE – Il derby inizia a accendersi. Dzeko litiga con Simone Inzaghi dopo che il bosniaco si fionda a intercettare un pallone che Emerson voleva restituire agli avversari: “Ci vediamo dopo”, dice il romanista al laziale che gli urla di tutto. ma che non sa quanto dovrà arrabbiarsi di lì a poco. Perché a un minuto dall’intervallo Wallace entra in area, manca il pallone e Strootman finisce a terra senza però essere nemmeno sfiorato dal brasiliano (ora rischia 2 giornate per simulazione). Orsato però abbocca e indica il dischetto, regalando alla Roma un rigore inesistente che De Rossi realizza imitando Perotti: rincorsa breve e palla calciata quasi da fermo che finisce lentamente nell’angolo. A infiammarsi, più che la Roma, è la protesta laziale, che esplode dopo l’intervallo, quando la Nord accoglie le squadre al grido “ladri ladri”.