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ESCLUSIVA LN | Martina Santoro: “Non avrei mai lasciato la Lazio! Il mio rapporto con la Morace e Catini…”

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Collage di fotografie di Martina Santoro con la maglia della Lazio e della Ternana.

SANTORO LAZIO WOMEN INTERVISTA – In occasione della sfida a Formello di Serie B femminile tra Lazio Women e Ternana, Martina Santoro, ex della partita, è intervenuta in un’intervista esclusiva ai microfoni di Lazionews.eu. La calciatrice delle ‘Fere’ ha toccato moltissimi temi, tra cui alcuni retroscena riguardo il suo doloroso addio ai colori biancocelesti.

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ESCLUSIVA LN | Le parole di Martina Santoro

Per cominciare, un tuo pensiero sull’attuale Lazio di Sarri: come stai vedendo la squadra?

“Allora, io sono una “sarriana”, nel senso che mi piace tanto l’impronta che ha dato il mister alla squadra, mi piacciono le sue idee di gioco e che si lotti per portarle avanti. Chiaramente questo non è stato un momento semplice, sono mancati dei risultati a partire dalla Coppa Italia, dove la Lazio è uscita con la Juventus. Ci può stare, però sono state disattese delle aspettative in campionato in partite che potevi vincere o stavi vincendo. È un periodo un po’ particolare, però le altre squadre non mi spaventano.”

Riguardo alla lotta per la Champions League, credi che la Lazio possa arrivare nei primi quattro posti in classifica?

“È un campionato diverso, soprattutto dopo il Mondiale, non ci sarà per me una linea da qui alla fine. Solo il Napoli ha dato prova di avere le idee ben chiare, con il distacco di +15 dalla seconda in classifica. Tutte le altre possono fare dei passi falsi, per questo credo che la Lazio possa lottare per il posto in Champions League”.

Parlando di Lazio – Ternana, è la prima volta che affronti le biancocelesti: quali sono le tue sensazioni?

“Allora, non ti nego che questo (affrontare la Lazio, ndr.) è stato uno dei motivi per cui all’inizio avevo deciso di non continuare, ovvero quando ho capito che con la Lazio sarebbe finita. Penso a questa partita dal primo giorno in cui ho firmato con la Ternana, poi è stato un pensiero che ho allontanato pensando che fosse lontano il giorno della partita. Ora che è arrivato il momento ti dico che è strano, è la prima volta in assoluto in tutta la mia vita che entro a Formello con una maglia diversa addosso da quella della Lazio. Non ti nego che ho tanti pensieri, le sensazioni non le saprò gestire e mi lascerò guidare. Sono convinta che le mie compagne mi daranno tanto supporto come hanno fatto fino ad adesso”.

Anche Camilla Labate, tua attuale compagna alla Ternana, ha giocato nella Lazio: vi siete già parlate riguardo la partita?

“No, non abbiamo ancora parlato, però anche lei sa come vivo la situazione. Ogni tanto ci scambiamo qualche sguardo o cenno d’intesa quando si parla della gara. Nelle settimane precedenti non abbiamo mai pensato a questa sfida, abbiamo lavorato step by step, giornata dopo giornata. In questo il mister è tanta roba, per lui esiste solo la gara della domenica successiva e mai quelle dopo”.

Concentrandoci sulla Lazio: cos’ha significato per te questa squadra? E soprattutto, com’è stato lasciare in quel modo la società?

“È stato difficile e allo stesso tempo brutto. Io non l’avrei mai fatto, fosse stato per me non avrei mai preso quel tipo di decisione. Poi ci sta, ogni anno quando arrivava il mio rinnovo e la mia riconferma con la Lazio, per me non era mai nulla di scontato. Io avrei firmato a vita se me l’avessero proposto. La fiducia della società per me è sempre stato un motivo d’orgoglio e un qualcosa di cui andare fiera. L’unico rammarico che ho, è che non mi è stata detta la verità. Non sono stata trattata come io ho trattato la Lazio in tutti questi anni, soprattutto da persone che ho sempre aiutato e con cui ho collaborato da un punto di vista societario. Mi dispiace questo: il fatto che tutto il mio amore per la Lazio non è stato ricambiato”.

Perciò il problema principale è stato con la dirigenza o con lo staff tecnico?

“Sinceramente, il problema era con lo staff tecnico. Con la società ho sempre avuto ottimi rapporti con tutti. Penso di aver pagato tanto lo scotto di averci sempre messo la faccia, perché all’interno di queste grandi società rischi di essere vista come il “problema”. Questo mio “metterci la faccia” è passato come se io creassi i problemi, quando invece li stavo esponendo. Dall’altra parte ti dico anche che fino all’11 agosto, un giorno prima dell’inizio del ritiro, mi avevano detto di stare tranquilla, che il contratto era pronto e sarei partita con la squadra. Ho avuti contatti solo per telefono, il che è stato molto brutto. Ciò è successo perché l’allenatore (Massimiliano Catini, ndr.) non aveva nessuna intenzione di parlare con me. Io ho dovuto forzare la mano e chiedere spiegazioni, mi hanno tenuta fino all’ultimo giorno, quando mi hanno detto che non avrei continuato. E non si fa così”.

Riguardo al tuo rapporto con Carolina Morace, cos’è andato storto? Hai avuto problemi con lei?

“Io sono passata per quella che aveva avuto problemi con Carolina Morace, ma io non ho avuto nessun problema personale con lei. Io ho avuto un problema che poi è diventato di una squadra intera. Erano stati introdotti dei nuovi regolamenti da un punto di vista di multe, e quindi di soldi. Sono stata multata, ma non ero la sola in rosa. Durante una riunione sono stata l’unica che non si è tirata indietro riguardo questo regolamento, mentre tutte le altre si. Da quel momento in poi sono stata messa fuori rosa. È passato un messaggio sbagliato, io non ho avuto problemi direttamente con Carolina Morace: lei mi ha messo fuori rosa perché non mi si sono tirata indietro, ma non ero da sola, era un movimento di squadra”.

Invece il tuo rapporto con Massimiliano Catini com’era?

“Catini non so che problemi abbia con me, non ho intenzione di parlare di lui anche se poi in realtà non è successo nulla. Io posso essermi fatta un’idea sul motivo della sua antipatia nei miei confronti, ma poi solo Dio sa cosa pensa lui, visto che non me l’ha mai voluto spiegare a quattrocchi. Forse è colpa della fede (ride, ndr.). Qualcuno avrebbe potuto mettere bocca sulla mia riconferma, ma ha pensato bene di tenere calda la poltrona. Parlo di Monica Caprini: da lei mi sarei aspettata un trattamento diverso, lo stesso che le ho sempre riservato io. Non avrebbe dovuto permettere a nessuno di mettersi tra me e la Lazio, e invece ad un certo punto ho cominciato a pensare che buona parte del mio addio sia passato proprio dalle sue mani”.

Perciò con la dirigenza non c’è stato nessun problema?

“No assolutamente, però lo staff tecnico ha portato la dirigenza dalla sua parte. Loro mi volevano cacciare perché probabilmente ero fastidiosa ed hanno coinvolto anche il presidente Lotito. A lui rimprovero solo una cosa: non mi ha mai dato modo di replicare, di dire la mia. Mi sarebbe piaciuto parlarci come avevamo già fatto in altre circostanze. Il presidente parla sempre di valori morali ed io su questo, modestia a parte, penso di essere encomiabile. Mi sarebbe piaciuto che avesse avuto un briciolo di riconoscenza nei confronti di una persona che ha sempre dato tutto. Non ha capito la mia lazialità, o forse non gli interessava. Io ho sempre messo la faccia, ho fatto delle cose per questa squadra e per la società Lazio impensabili.

Che tipo di cose?

“Io ho messo soldi di tasca mia per fare i pranzi nelle trasferte, ho fatto di tutto, anche ciò che non mi competeva. In queste circostanze mi aspetto un briciolo di riconoscenza, o quanto meno di essere ascoltata”.

Quindi tu avevi il presentimento di ciò che stava accadendo già da quando è arrivata Carolina Morace?

“Io ho capito un po’ la gravità della situazione quando, dopo essere stata reintegrata, non mi sentivo più serena. Non ero più quella di prima, ma non a livello di spogliatoio. Non sono mai riuscita a riprendermi quello che avevo prima a livello di serenità. I mesi successivi al reintegro sono stati quasi peggio di quelli precedenti. Ero sempre additata, ho avuto la sensazione che si stava creando intorno a me un alone di un qualcosa che anche oggi non saprei ancora definire. Mi hanno fatto sentire di essere sbagliata in tante circostanze, sono arrivata anche a pensare di non essere più all’altezza per il ruolo che ricoprivo (capitano, ndr.). Poi mi sono accorta che non ero io sbagliata, ma che ero nel posto sbagliato.”

In tutta questa situazione come hanno reagito le tue compagne? Ti sono state vicino?

“Le compagne che mi sono rimaste vicino sono molte meno di quelle che mi aspettavo. In questi mesi ho imparato tanto, molto più di quanto io abbia fatto negli anni precedenti dove apparentemente andava tutto bene. Ho capito che quando sei in difficoltà vedi veramente chi è disposto a venire giù con te, a non curarsi troppo di ciò che pensano gli altri e a credere in un sentimento che ti lega da tanti anni. Su 25 soltanto 3 mi sono state vicino, e ti faccio i nomi senza nessun tipo di problema: Arianna Pezzotti, Federica Savini e Claudia Palombi. Ci lega qualcosa di diverso dalle circostanze. Per qualcun’altra ho provato rancore, che via via si è trasformato in dispiacere, ma per loro, perché non credo avranno mai più qualcuno disposto a dargli quello che gli ho dato io. Quando condividi tutto ti aspetti qualcosa di diverso”.

Parlando invece della Ternana, come ti trovi? Com’è l’ambiente rispetto a quello della Lazio?

“Sinceramente, non so se ogni cosa è scritta o dettata da un destino, ma non avrei potuto scegliere compagne migliori. La stessa cosa vale per staff tecnico e dirigenziale, compreso il presidente. Ho visto gente umana, persone che fanno queste mestiere perché sono innamorate di questo gioco e credono che il calcio femminile possa raccogliere ottimi frutti. Il calcio femminile a Roma all’epoca doveva tanto e deve ancora molto al mio mister, Fabio Melillo, che ha cresciuto grandi talenti che militano in Serie A e sono in pianta stabile in Nazionale. Lo stesso vale per la nostra direttrice Isabella Cardone, che negli anni con la Pink Bari ha fatto la storia del calcio femminile del centro-sud. Quando giocavi contro la sua squadra si vedeva che c’era qualcosa in più. Non potevo chiedere di meglio, adesso mi sento nel posto giusto”.

Riguardo alla partita di domenica, cosa ti aspetti? Temi qualche calciatrice della Lazio in particolare?

“La stiamo preparando bene, con tanta meticolosità e attenzione come ogni gara. Da quando sono arrivata io, non c’è stata una partita in cui il mister e il suo staff ci hanno detto qualcosa che poi non si è verificato la domenica. Sono molto attenti nello studio e nei dettagli. In particolare, la Lazio è una squadra attrezzatissima, perché sia nel mercato estivo che a gennaio sono arrivi ottimi colpi. Di preciso non temo nessuno perché sono abituata a concentrarmi su quello che ho io e non su quello che hanno gli altri. Domenica chi ha più voglia e motivazione, vince. Nonostante le rose ad occhio possano avere un po’ di dislivello, sarà una partita alla pari”.

Quindi l’obiettivo principale è quello di agganciare la Lazio al primo posto?

“Assolutamente si. Al di là di quello che può valere per me da un punto di vista personale, credo che siano le motivazioni di squadra a prevalere. Nonostante le emozioni e tutto ciò che ho raccontato, che saranno comunque parte di me, c’è una gara molto importante. I tre punti domenica valgono doppi”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA – Pubblicato il 22/02/2023 alle ore 10:30

Andrea Castellano

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