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SENTI CHI PARLA…della LAZIO. Protti: “Derby partita unica, i biancocelesti hanno un’identità specifica”

SENTI CHI PARLA DELLA LAZIO – La rubrica di Lazionews.eu dedicata ai commenti, ai pensieri e alle riflessioni dei giornalisti, degli speaker radiofonici e degli opinionisti del mondo Lazio…

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SENTI CHI PARLA DELLA LAZIO – La rubrica di Lazionews.eu dedicata ai commenti, ai pensieri e alle riflessioni dei giornalisti, degli speaker radiofonici e degli opinionisti del mondo Lazio…

IGOR PROTTI (dirigente sportivo) a Elleradio: “E’ stato un disastro sportivo e lo sarà ancora di più quando a giugno resteremo a guardare e ci accorgeremo che non ci siamo. Non amo sparare sulla croce rossa. In questi giorni ci sono attacchi durissimi e giustificati verso i responsabili. La gestione tecnica è la prima in questi casi a finire sul banco degli imputati. Cambiare modulo tra una partita e l’altra con la Svezia rappresenta forse un segnale di confusione. Era forse prevedibile arrivare dietro la Spagna, ma dopo la sconfitta contro le Furie Rosse allenatore e squadra si sono fatti attanagliare dalla paura. Alla tristezza dell’eliminazione si sta aggiungendo quella per il teatrino che si sta verificando. D’altronde cosa doveva succedere di più grave per arrivare alle dimissioni dei responsabili?”.

Dopo la delusione dell’Italia, per Protti però c’è un’altra partita importante alle porte. L’ex giocatore di Lazio e Torino dice la sua sui biancocelesti, e sul derby che andrà in scena sabato: “E’ una Lazio che gioca sempre e gioca sempre bene, ha una sua identità ben precisa e sta facendo un campionato meraviglioso. Il derby è una partita incredibile, solitamente sfugge a qualsiasi pronostico ma quello di sabato sarà ancora più particolare, ma rappresenta uno stimolo unico per continuare a far bene. Scudetto? Anche le romane hanno squadre molto forti, ma credo abbiano qualcosa in meno in chiave scudetto”.

CRISTIAN BROCCHI (ex giocatore) a Lazio Style Radio: Queste partite sono belle da giocare subito, per il derby c’è una tensione diversa rispetto alle altre gare, sicuramente questa lunga sosta non ha aiutato in questo senso. L’unica cosa importante però è arrivarci bene e avere la possibilità di fare una buona partita. Credo che adesso il livello delle due squadre sia veramente equiparato. Quando c’ero io ancora esisteva un gap tra le due rose. Ma credo che quest’anno la Lazio abbia veramente colmato questo gap. Sarà un derby bello da vedere proprio per questo motivo”.

GIUSEPPE BIAVA (ex giocatore) a Lazio Style Radio:Quest’anno a livello tecnico sarà una bella partita. Quella finale? Nessuno voleva scoprirsi e prendere gol. La partita è stata decisa da un episodio ma alla fine ritengo che meritammo di vincere. Era difficile vedere negli atteggiamenti di Petkovic le sue emozioni. Era molto serioso, magari aveva tensione ed era nervoso. Radu? Penso che il ruolo c he ricopre ora è quello che gli si addice di più come caratteristiche. Sarebbe bello vederlo determinante al derby, magari segnando con un siluro al 90esimo. Mi piacerebbe giocare questo derby.  Inzaghi è malato di calcio e pensa sempre a quello, mi ricorda Conte. C’è un ambiente dentro lo spogliatoio della Lazio fantastico ed è merito suo. Inzaghi conosce meglio il derby di Di Francesco, c’è sempre stato dentro, anche a livello di settore giovanile. È importate vincere il derby a Roma, non importa come. Nel derby non siamo noi a trascinare la gente, ma sono i tifosi a darti la carica”.

DINO ZOFF (ex allenatore e calciatore) a Radio Incontro Olympia: “Onestamente pensavo che si potesse superare la Svezia, ma non è successo. Sono convinto che la partita determinante sia stata quella contro la Spagna. Il problema è che nel nostro calcio ci sono pochi italiani. Credo che si debba intervenire in questo senso, la vera esagerazione è che soprattutto nei settori giovanili ci sono veramente troppi stranieri. Sono dispiaciuto per Buffon, avrebbe potuto stabilire un bel record di presenze ai Mondiali. È logico che ci sia rimasto male, è comprensibile. Io presidente della Figc? Ho 75 anni, sono il passato del calcio. Ormai faccio parte della maggioranza silenziosa e per me va bene così”.

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