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Settore giovanile. Tare: “La nostra crescita è iniziata 8 anni fa, ci vuole programmazione”
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Tare, come si diventa una delle società più brave a valorizzare i propri ragazzi?
“Facile: con la pianificazione. Il nostro è un discorso iniziato otto anni fa, quando ci siamo posti l’obiettivo di riuscire ad aggregare ogni anno uno o due ragazzi della Primavera in pianta stabile con la prima squadra. Con questa programmazione e un percorso di crescita, oggi ci siamo riusciti. Strakosha, Keita, che sono titolari cresciuti a Formello, ma pure Murgia, Lombardi, Crecco”.
La nuova fiducia degli allenatori italiani nei giovani è frutto di una necessità economica o di una reale fiducia?
“È questione di saper dare ai ragazzi il tempo di crescere. Dargli la consapevolezza di poter sbagliare senza andare dietro alla logica del risultato a tutti i costi. Oggi c’è più attenzione a livello italiano su questo aspetto: noi ad esempio siamo stati bravi a dar loro fiducia anche nei momenti importanti, nelle gare decisive, compresi i derby: i giovani vogliono dire futuro assicurato e un grande potenziale per i club”.
Anche economico.
“Assolutamente. Con i prodotti del vivaio si possono realizzare plusvalenze importanti anche per i bilanci. Noi li cresciamo coniugando lo sviluppo dei nostri prodotti ai risultati, visto che negli ultimi 5-6 anni la Lazio è stata 3 volte prima nel ranking Primavera della Lega A”.
I commissari tecnici delle Under spingono per vedere i giovani in campo?
“Con il ct dell’U.21 Di Biagio ci vediamo spesso, allo stadio ma non soltanto, parliamo e ci confrontiamo frequentemente. Credo lo faccia con tutte le società, è normale succeda”.
Come si selezionano i migliori da portare in prima squadra?
“Il talento non basta. Io e gli allenatori delle giovanili facciamo un lavoro per individuare le caratteristiche chiave: dal punto di vista tecnico si può migliorare, mentre esplosività, altezza e fisicità sono elementi difficili da potenziare e che possono fare la differenza”.
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