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Signori: “Mai combinata una gara. La Lazio? Peccato non aver giocato la Champions”
NOTIZIE LAZIO – Dopo quattro anni di silenzio, l’ex capitano biancoceleste torna a parlare dello scandalo del calcioscommesse che lo ha coinvolto…
Pubblicato il 13/10 alle ore 23.20
NOTIZIE LAZIO – Dopo quattro anni di silenzio, Beppe Signori torna a parlare. Ospite della trasmissione Calcio€Mercato, in onda su Sportitalia, l’ex capitano biancoceleste racconta la sua verità in merito all’inchiesta sul calcioscommesse che lo ha visto coinvolto. Queste le sue dichiarazioni: “In questi 4 anni mi è cambiata la vita. Sono stato travolta da una situazione più grande di me, mi sono trovato in grande difficoltà, ma ho aspettato il momento giusto, anche per ritrovare la mia serenità interiore, per tornare a vivere. Ora aspetto gli eventi”.
Secondo la Procura Federale, lei è il “Capo dei capi”…
“Beh, Capo dei capi senza nemmeno un’intercettazione…Indagine nata dalle intercettazioni, ma io non sono mai stato intercettato. Parlano altri soggetti che si riferiscono a me, già dire convincere vuol dire che non ero nel sistema. I commercialisti? Loro sono quelli che sostanzialmente parlavano di me, il fatto di non averle personalmente significa che non era possibile fossi il capo”.
Su chi gli ha voltato le spalle dopo lo scandalo
“Ringrazio quei pochi che mi sono stati vicini negli ultimi anni, ma gli amici sono quelli nelle difficoltà. Molti sono scappati, ma questo fa parte del gioco”.
Ora la storia sta cambiando.
“Sono tornato a parlare perché vedo un cambiamento su come mi vede la gente. Nel corso di questi quattro anni hanno visto che qualcosa di strano, che non torna, c’è…”.
Sulla presunta ammissione e richiesta di pietà all’ANSA
“Anche lì è stato un fatto giornalistico, ho solo detto abbiate pietà perché mi state martellando dal giorno alla notte. Non per quello, altrimenti non sarei qui a parlare”.
Perché il silenzio per quattro anni?
“Ormai le indagini sono concluse, ora ci saranno i rinvii a giudizio. Che non sono stati notificati, ma i giornali già lo sanno e questo è strano come tante altre cose. Ma, come dicevo prima, ora mi sento bene emotivamente. Non ho ammazzato nessuno, né creato problemi, mi sembra giusto continuare a vivere in maniera onesta e dignitosa”.
Hai mai provato a combinare una partita?
“Se lo avessi fatto, qualche giocatore o qualche dirigente lo avrebbe già detto. Io c’ero all’incontro, a mia insaputa, e c’erano altre persone”.
Le scommesse?
“L’ho sempre detto in Procura, se non tesserato, . Oggi scommetto ancora? No, ovvio che dopo questa vicenda tutto è cambiato. Il mio era un giochino e basta. Certo passare da un passatempo a distorcere le partite ce ne passa”.
Rapporti con Mauri?
“Lo conosco perché gioca, ma non lo conosco personalmente. I miei rapporti erano solamente con i commercialisti”.
Fino a quanto sei arrivato a scommettere?
“2-3-4mila euro. Non ho fatto nulla di illecito più di tanto quanto fanno la maggior parte degli italiani. Era un modo di guadagnare, perché se uno un po’ capisce di calcio può essere una fonte di guadagno”.
L’arresto, tu non lo sapevi e la stampa sì…
“Mi arrivò una telefonata nella quale mi dicevano che c’erano due poliziotti in borghese che mi stavano aspettando per prendere un treno da Termini per Bologna. Quando li ho incontrati mi dicevano che c’era questo arresto, ma non si sapeva per quale motivo. Mentre ero sul Frecciarossa mi ha chiamato mia sorella, non mi era stato notificato l’arresto. Lo vidi poi sui giornali online, qualcuno aveva venduto anticipatamente la notizia”.
Sulla radiazione
“Sono uno dei 130 indagati, nella Giustizia Sportiva, che ha perso 2-1. Non è mai successo, in 130 casi e in quel caso la Giustizia è stata molto vaga sui miei capi e da qui nasce la mia radiazione. Sono stato arrestato e ho fatto i domiciliari. Hanno avuto fretta di radiarmi quando non erano tesserato della Federazione…Non ho mai mancato di rispetto a nessuno. Se sarò colpevole è giusto che paghi, se non lo sarò pagherà qualcuno per me”.
Sulla scheda telefonica
“Ho lo stesso numero dal 1989, uno dei pochi indagati a non aver cambiato numero. Avevo altre due schede regalate da un amico che ho consegnato alla Procura. Due schede vergini, mai usate tra l’altro”.
Sui conti in Svizzera
“Ho un conto mio, ma non sono un socio di quelle società”.
La radiazione ha posto anche fine ad una nuova carriera che stava nascendo, come consulente tecnico della Ternana…
“Io non avevo nessun titolo come consulente, mi è stato affidato questo progetto che purtroppo… Avevo il patentino da allenatore UEFA A, l’avevo conseguito da poco, nell’agosto del 2010. È ovvio che fosse il mio prosieguo, il mio sogno, allenare i ragazzi. Con questa radiazione è venuto a cadere tutto”.
Cosa è cambiato da Cragnotti a Lotito?
“Quest’anno ha tenuto l’organico dello stesso anno e può confermarsi. Cragnotti ha costruito la squadra per vincere ed alla fine è arrivato lo scudetto”.
Hai perdonato Sacchi?
“Nel Milan giocava con Van Basten, Massaro e Simone. Non era abituato a giocare con due ‘piccolini’ come me e Baggio. Vista la situazione mi ha arretrato a metà campo. Il mio rimpianto più grande non è aver disputato la finale dei Mondiali, perché ti capita una sola volta nella vita”.
Alla Lazio hai raggiunto anche un secondo posto…
“Purtroppo non ho mai avuto l’occasione di giocare la Champions League, perché all’epoca ci andava solo chi vinceva lo scudetto”.
Se potesse cambiare qualcosa, quale sarebbe?
“Non andrei all’incontro coi commercialisti”.
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