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SOMMA, conferenza-fiume: “Alla Salernitana non ci sono le condizioni per vincere, ma Lotito è stato impeccabile con me”
L’ex tecnico granata spiega in una conferenza i motivi del suo addio…
NON SOLO LAZIO – Dopo appena due mesi di lavoro, Mario SOMMA lascia la panchina della SALERNITANA dopo alcune incomprensioni in sede di mercato col ds FABIANI e con una parte dello spogliatoio. Il suo posto è stato preso da Leonardo MENICHINI, ma il suo predecessore ha voluto parlare per spiegare le sue motivazioni e lo ha fatto nel corso della sua conferenza stampa d’addio. Ecco alcuni dei passaggi-chiave: “Quest’anno, sinceramente, non c’erano le condizioni per vincere un campionato: ho provato a portare serenità a tutto l’ambiente, ho fatto quello che era possibile fare. Avete visto cosa succedeva durante le amichevoli? Dovevo far rientrare quelli che erano usciti, ho fatto entrare in campo un bambino per trasmettere serenità a tutti. Una squadra va preparata sotto tutti i punti di vista, se Fabiani durante gli allenamenti mi proponeva tantissimi nomi vuol dire che davvero siamo un cantiere aperto. Il mio telefono squillava di continuo. La verità è che non arrivavamo neanche ad undici giocatori, c’erano tante persone scontente, dovevo ricucire strappi e risolvere situazioni, era come raccogliere l’acqua con lo scolapasta. Quello della Salernitana sarà un girone impossibile, bisogna cercare giocatori che abbiano la personalità giusta per indossare quella maglia. Dopo tanti anni in Rai, ho visto che dovevo chiedere il permesso anche per parlare dopo una partita. Pensavano di avere a che fare con un matto che non sapesse come comportarsi? Hanno avuto da ridire anche sul sistema di gioco: vorrei ricordare a tutti che mi sono laureato a Coverciano con il massimo dei voti, che ho vinto la panchina d’argento e tre campionati in categorie diverse. Con quali competenze mi parlano di modulo? Sono stato zitto per trasmettere serenità. Ogni giorno una perla diversa: deve giocare tizio, deve giocare caio. Nella mia vita professionale ho sempre mandato in campo chi meritava. Se deve giocare l’amico dell’amico allora giocava Ricci, che oltre ad essere mio genero è un ottimo calciatore, ma so che ci sarebbero stati problemi nello spogliatoio. Vi dico la formazione ideale: Gori, Colombo, Trevisan, Lanzaro, Giacomini, Pestrin, Giandonato, Nalini, Gabionetta, Cani e Sforzini. Volevo arrivare a questo, sarebbe stata una squadra forte. Posso dirvi che avevo parlato con Cacia, gli avevo detto che la B non garantisce le stesse emozioni di Salerno, una città che porta 15mila persone allo stadio ogni domenica. Lo avevo convinto: a quel punto andava messo subito sotto contratto”.
Su Lotito e Mezzaroma
“Con me il signor Lotito e Mezzaroma non hanno mai sbagliato una virgola, una parola o un gesto. Io non posso che parlarne bene di loro e della società. E vi spiego perchè. Quando ci siamo visti a Villa San Sebastiano a Roma, lui mi ha detto questo è il budget e questo l’obiettivo. Ed è un budget di tre volte superiore a quello di una squadra di Serie C media. E cosa devo dire io ad un presidente del genere. Io gli dico sì. Poi gli indico un nome, lui davanti a me chiede chi è l’agente e sblocca la situazione. In un minuto. Era Cani. Però la stampa era a tre metri e sente tutto. Cani è un grande giocatore ed un talento ed a chi gli esplode in mano fa un affare. Ho un presidente che mi accontenta subito sul mercato: dico Gabionetta ed arriva Gabionetta, dice Giandonato ed arriva, dico Cacia e Cacia è preso. Per Sforzini il problema è della società in uscita, ma con noi non ci sarebbero stati problemi. Lui ha tante cose da fare, e deve giudicare i fatti non le chiacchiere. Se non vanno cambia e così ha fatto con me. I motivi? Capiamoli insieme, perchè io vi ho raccontato alcuni aneddoti. I presidenti stanno facendo un grande investimento, il prato dell’Arechi sarà all’altezza della situazione. Il vostro sostegno non deve mai mancare, una situazione come questa non può bloccare la campagna abbonamenti. Perchè sono stato esonerato? L’ unica motivazione che mi ha dato è che ci sono troppe chiacchiere. Appena Fabiani esce di casa mia, lo richiamo e chiedo se posso telefonare a Lotito. Gli comunico che il suo direttore mi ha esonerato e lui mi dice che ha troppe cose a cui pensare, gli hanno detto che ci sono troppe chiacchiere e troppi problemi. Troppi problemi? Allora torna con me all’Hotel, torna con me a Pizzoferrato, torna con me quando ho fatto giocare i ragazzini. Avevamo 100 problemi, eravamo arrivati a 35. Ho aspettato tre giorni per avere la mente lucida e non essere contraddetto. E colui che finora mi ha detto che a Salerno non si può parlare e che voleva fermare questa conferenza parla ogni giorno ai giornali sui siti e dà sempre una versione diversa. Una volta è esonero, un’altra dimissioni. Fai pace col cervello. Ripensa a quella cazzata del 17 agosto, chiediti se la rifaresti”.
Sul giorno del suo addio
“Mi dispiace quanto successo con Mounard, Foggia e Ginestra, con me hanno sempre avuto un comportamento professionale. Vi dico come è nato il mio esonero. Domenica ore 14:20 mi arriva un messaggio, sono in treno a Formia verso casa. L’avvocato legge il messaggio e mi chiede l’ora. Così lo invito a casa. Lui mi prende e mi dice che sono esonerato (riferimento a Fabiani senza nominarlo). Non ci sono dimissioni, rescissioni. E perchè? Cosa ho fatto? Ci sono dei giocatori che non sono contenti della tua gestione. Primo, non conosco un sistema in cui si gioca in dodici, ma è fisiologico che in ogni squadra qualcuno resta fuori, e chi resta fuori non è mai contento. Non sono venuto per buttare benzina, ma acqua sul fuoco: posso solo dire che quel comunicato non mi è andato giù, mancavano anche i classici ringraziamenti di rito”.
Un appello alla città
“Dobbiamo tifare per la Salernitana, per i colori sociali, per Menichini, per questi calciatori che sono forti, per una società che sta facendo tantissimi sacrifici. Io non ce l’ho con nessuno, sono stato mandato via e mi hanno distrutto un sogno, ma voglio lanciare un segnale preciso: io sottoscriverò un abbonamento per la Salernitana pur non potendo essere allo stadio per motivi di lavoro. La Salernitana è la cosa più importante, fare la guerra interna fa solo danno al colore granata”.
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