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Spacca-partita
APPROFONDIMENTO IMMOBILE LAZIO – Un mese e mezzo senza gol era troppo per uno come Ciro Immobile. Con lui, risorge anche la Lazio…
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APPROFONDIMENTO IMMOBILE LAZIO – Un mese e mezzo senza gol era troppo per uno come Ciro Immobile. Con lui, risorge anche la Lazio, dopo il periodo complicatissimo appena vissuto. Revenant. Interviene in soccorso dell’ex attaccante di Genoa e Torino la sua vittima preferita, il Verona, castigata per l’ottava volta in carriera, la quarta in stagione. Lo fa pur non giocando la sua miglior partita, ma i due gol che decidono l’incontro palesano un ritrovato fiuto che rimanda ai tempi migliori, cambiandone inesorabilmente le sorti.
IL RENDIMENTO – Cinico, Immobile, con l’uno-due in cinque minuti, su un totale di 8 tiri (7 da dentro l’area ed uno da fuori), di cui 5 che hanno centrato la porta. Se ci si aggiungono le 7 azioni offensive e le 5 chiare occasioni create, certamente l’analisi sul contributo del centravanti campano non offre il fianco alle critiche. È mancato, però, nella continuità. Come un po’ tutta la squadra, quella stessa squadra cui ha tolto lui stesso le castagne dal fuoco, con le due reti decisive, che stravolgono i giudizi sulla partita. Sì, perché, nei primi dieci minuti della ripresa, la manovra biancoceleste iniziava ad accusare il nervosismo tipico di quando la palla non entra, il pubblico rumoreggiava e l’ingranaggio, così come il self control, vacillava.
GIUDIZI – I due gol di Immobile sono il crocevia di una gara dominata, ma che l’ostracismo scaligero, il famoso pullman piazzato davanti la propria porta, stava rendendo complicata, tratteggiando i contorni della partita stregata. Raccontassimo ora di uno sfortunato 0-0, parleremmo dell’indolente Immobile che, con i suoi soli 9,6 km percorsi (di cui appena l’11% in sprint), ultimo tra gli uomini in campo (esclusi portieri e subentrati), si era reso visto soltanto con 4-5 velleitari tentativi.
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