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Tare contro gli arbitri, il dossier si fa sempre più corposo: gli episodi
NEWS DEL GIORNO – Dal Verona al derby fino al Sassuolo: la Lazio è stanca e alza la voce…
Pubblicato il 30/11 alle 145
LAZIONEWS.EU – La Lazio è ferita, in campionato l’aquila non riesce a volare in alto da più di un mese. Librarsi in aria per la gioia dei tre punti è un ricordo lontano, datato 25 ottobre: all’Olimpico la truppa di Pioli asfaltò il Torino con un netto 3-0. Unica vittoria delle ultime sette giornate, a cui va sommato l’amarissimo pareggio della scorsa settimana contro il Palermo e ben 5 sconfitte. Con l’ultima debacle, quella contro l’Empoli, i biancocelesti si sono pericolosamente avvicinati al fondo: dopo una prima frazione piatta, nel secondo tempo la reazione di gruppo guidata da un reattivo Klose è stata buona, stavolta a dire di no ci ha pensato il signor Fabbri, fischietto di Ravenna al suo primo incrocio con la Lazio.
LO SFOGO DI EMPOLI – La Lazio rientra in campo sognando la rimonta, la pressione esercitata sull’Empoli pare giusta e al 22° della ripresa la palla finisce in rete. Mischia in area, Skorupski si distende e mette le mani sul pallone ma praticamente nello stesso istante arriva Klose in scivolata a ribadire in rete. Il direttore di gara ferma tutto, carica sul portiere e la Lazio si infuria. Situazione al limite, decisione in bilico, come sul secondo gol annullato ai biancocelesti, quasi allo scadere. E’ ancora Klose che mette dentro, ma la quaterna gli dice nuovamente no. Cross di Basta dalla destra, duello aereo in area tra Tonelli e Matri, che favorisce il tedesco pronto a gonfiare la rete. Tutto è fermo a qualche momento prima, secondo il guardalinee la posizione del numero 11 è irregolare, peccato che il tocco precedente sia di Tonelli. Tre punti all’Empoli dunque, ma Tare a fine match difende i suoi e sbotta: “Siamo a 11 torti arbitrali, paghiamo sempre noi. Se dobbiamo continuare così possiamo anche non presentarci”, il balletto del ds che volteggia in equilibrio su quella sottilissima linea che divide la provocazione dall’accusa.
ROMA E ATALANTA – L’emorragia di risultati inizia a farsi pesante e Pioli lo sa: “Reagire alle difficoltà inizia a farsi difficile”, ha ammesso dopo il match. La società è stanca, si sente defraudata dalla classe arbitrale, gli episodi che lasciano l’amaro in bocca e più di qualche dubbio iniziano a farsi numerosi. Andando a ritroso la mente torna al derby: dopo 10 minuti la Lazio è già in svantaggio, la gara è in salita. Gentiletti interviene su Dzeko fuori dall’area, Tagliavento indica il dischetto e giù con le proteste. E’ vero che la reazione fu blanda, ma l’episodio condizionò indubbiamente il risultato. Contro il Milan biancocelesti mai in gara, ma solo pochi giorni prima, contro l’Atalanta nuove veementi proteste. I bergamaschi pareggiano grazie all’autogol di Basta, che spinge accidentalmente nella propria rete il cross di Gomez. L’azione incriminata risulta viziata da un fallo: l’argentino prima di stoppare spinge vistosamente Candreva, che va fuori tempo e non può contrastarlo. Nel finale segna ancora Gomez, ma gli orobici avrebbero dovuto chiudere con un uomo in meno, viste le ripetute entrate di Masiello su Felipe Anderson.
SASSUOLO E VERONA – Proseguendo nel percorso a ritroso si incontra l’infausta trasferta di Reggio Emilia, il match contro il Sassuolo. Rigore per i neroverdi dopo pochi minuti: Lulic tenta di chiudere su Cannavaro, che dopo lo stop in area prova il dribbling. Il difensore del Sassuolo cerca il contatto e dopo un paio di passi finisce a terra accentuando la caduta. L’addzionale suggerisce a Guida: rigore che lascia più di qualche dubbio e gara già in salita. La partita va avanti e la Lazio sarà beffata oltre che sconfitta. Al 93° viene espulso Cataldi: seconda ammonizione per un gomito troppo alto su Magnanelli, peccato che il centrocampista salti in maniera composta e senza sbracciare. Qualche tempo prima, contro il Verona, la Lazio vince (unico successo stagionale in trasferta) ma può recriminare ugualmente. Al quarto minuto segna Djordjevic, Giacomelli ferma il gioco per una trattenuta di Gentiletti su Souprayen, ma nella realtà dei fatti è il difensore gialloblu a spingere. Qualche minuto dopo Felipe Anderson è lanciato a rete, Helander lo atterra da ultimo uomo in area, ma per il direttore di gara è tutto regolare. Viziato anche il gol scaligero: lo stesso Helander mette alle spalle di Marchetti mentre Jankovic impedisce, in modo irregolare, al portiere di intervenire. Da rivedere anche la gestione dei cartellini su Sala, che commette il fallo da rigore su Keita.
EUROPA ISOLA FELICE? – La Lazio formato europeo sorride, l’altra faccia della medaglia vede i biancocelesti qualificati con un turno d’anticipo ai sedicesimi e certi del primo posto. Anche nelle competizioni internazionali non mancano le proteste. Cinque partite disputate in Europa League, quattro successi e un pareggio. Proprio il pari contro il Dnipro in terra ucraina è argomento di proteste. Gli uomini di Markevych segnano l’1-1, ma il cronometro indica che il tempo è scaduto. Tutto era ancora aperto per la qualificazione e le proteste del ds furono accorate: “Errore clamoroso, così non si può”. La posizione del dirigente e di Pioli è chiara, Lotito non si è ancora sbottonato. Le sviste arbitrali non possono però essere alibi per questa squadra, che in campionato fatica più del dovuto: dopo 14 giornate la vetta della classifica dista una decina di punti. Il morale è a terra, le decisioni dubbie dei direttori di gara non aiutano a trovare la giusta serenità e alla Lazio manca qualche punto in graduatoria. Venerdì all’Olimpico arriva la Juventus, Pioli vuole rialzare la testa, sperando di non dover recriminare ancora contro la classe arbitrale.
Gian Marco Torre
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