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Toni Malco: “Maradona adorava l’inno della Lazio, diceva portasse bene. Giordano era come un fratello per lui”
MARADONA TONI MALCO – Il mondo del calcio è in lutto per la scomparsa di Diego Armando Maradona. Il campione argentino si è spento all’età di 60 anni nella sua abitazione poco fuori Buenos Aires. La città di Napoli continua ad omaggiare il numero 10 ed è pronta ad intitolare lo stadio San Paolo alla sua memoria. Maradona, nel corso della sua vita, ha avuto sempre simpatia anche per la Lazio. Probabilmente spinto dai colori a lui familiari, El Pibe de oro ha visitato pure il centro sportivo di Formello. Toni Malco, cantautore biancoceleste, conosceva personalmente Diego e lo ha voluto ricordare ai microfoni della radio del club.
Toni Malco sulla morte di Maradona
“Sono ancora sconvolto, quando conosci alcuni personaggi pensi siano immortali. Un uomo meraviglioso, parlo di Maradona atleta e uomo, ho vissuto tanti momenti con lui che me l’hanno fatto apprezzare. Una volta andammo all’inaugurazione della nuova casa di Carnevale e portammo un pensiero, una pianta della felicità, noi eravamo contenti poi vedemmo quello che gli aveva portato Maradona che era alto almeno tre metri e ci vergognammo tantissimo. Cantai fino alle quattro del mattino tutte le canzoni degli anni ’60″.
Maradona e la Lazio
“Apprezzava molto il mio inno, una volta si fece regalare una cassetta e la mise durante gli allenamenti del Napoli con l’altoparlante perché lui diceva portasse bene. Nel tempo quando ho avuto l’opportunità di sentirlo mi cantava sempre ‘Vola Lazio vola’. La prima volta con Maradona fu a casa di Troisi quel giorno c’era anche Giordano, Gianni Minà, eravamo tanti, ma lui stava benissimo con tutti, una simpatia e una semplicità che solo i grandi hanno. Mi lascia un vuoto incredibile, so che Giordano per lui era come un fratello. Non l’ho mai sentito parlare male di nessuno, l’unica cosa sleale che fece nella vita fu quella famosa “Mano di Dio” nella gara tra Argentina e Inghilterra. Alla Lazio dedicava molte attenzioni, una volta avevo la maglia di Fiorini e me la portai a Posillipo e c’è una foto in cui io gli do la maglia e lui con la mano destra copre l’1 dell’11 e mi dice ‘Qui devi metterci lo 0 perché io sono un numero 10’. Mancherà a tutti gli amanti del calcio”.
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