COPPA ITALIA
Trionfo di Petkovic tra gioia e mistero: «Resto? Vedremo»
LA GAZZETTA DELLO SPORT (S. Cieri) – La sesta Coppa Italia laziale porta la sua firma perché questa Lazio è la sua creatura…
RASSEGNA STAMPA SS LAZIO – Questa vittoria ha la faccia di tanti giocatori della Lazio ma soprattutto ha la faccia onesta e affabile di Mr. Petkovic, l’uomo che ha reso possibile questo miracolo, l’uomo che rigenerato i biancocelesti. La sesta Coppa Italia laziale porta la sua firma perché questa Lazio è la sua creatura. Una squadra con meno individualità rispetto la Roma ma una squadra che è stata più forte durante la stagione contro squadre che le erano superiori. E questo è avvenuto per merito suo, per la sua bravura a creare il gruppo e a compattarlo. E allora è giusto che la firma della vittoria della Coppa Italia porti il nome di Lulic, suo pupillo che incarna appieno le caratteristiche di come debba essere un giocatore per il tecnico. Lui era l’allenatore di quella squadra che, pur giocando in SerieB (alla fine di quell’annata sarebbe stata promossa in A), arrivò sino alla finale della Coppa nazionale, salvo poi perdere col Basilea. Lulic era in campo a stantuffare sulla fascia sinistra. Come ieri. Per entrambi la vittoria dell’Olimpico è stata la chiusura del cerchio, per Petko ancor di più perché, a differenza di Lulic, di finali ne perse pure un’altra, l’anno successivo. A fine match la sua soddisfazione: «Questa è la gioia più grande, il risultato più importante della mia carriera. Ho vinto due campionati (uno col Bellinzona, l’altro col Malcantone Agno, ndr), ma sollevare al cielo un trofeo prestigioso come la Coppa Italia è un’altra cosa. Lo dedico alla mia famiglia e a tutto il gruppo. I ragazzi sono stati eccezionali nel corso dell’intera stagione: questo è il premio a tutto il loro lavoro, dal ritiro estivo fino ai quattro giorni trascorsi a Norcia in questa settimana». Ma Petkovic lascia qualche ombra sul futuro: «Adesso pensiamo a festeggiare, poi valuteremo tutto con calma».
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