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UNO SGUARDO ALLA SERIE A: “Il buono, il brutto e il cattivo” di Marco Piccari
Il telecronista Mediaset analizza l’ultima giornata di campionato soffermandosi sui tre momenti più salienti…
IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO – Nuova puntata della rubrica “Il buono, il brutto e il cattivo”, dove il telecronista Mediaset Marco Piccari, in esclusiva per Lazionews.eu, si sofferma sui tre personaggi che più hanno caratterizzato l’ultimo turno di campionato. Ecco i protagonisti della 7° giornata:
Il buono: Francesco Acerbi.
Nell’ultima giornata di serie A, di buono segnaliamo Francesco Acerbi. Nell’assistere a Sassuolo – Juventus un pensiero è andato anche a lui. Nel vedere Francesco correre, sudare e chiudere la strada agli avversari e arrivata una carezza al cuore, non si poteva non pensare a quei mesi difficili dove il ragazzo lottava per difendere la vita da un male che voleva avere la meglio su di lui. Quei mesi e quei momenti, ringraziando Dio, sono alle spalle. Adesso Francesco è di nuovo in campo sempre per lottare, ma questa volta per fare il difensore e difendere la propria squadra dagli attaccanti avversari. Sabato contro la Juve Acerbi ha dato la sensazione di solidità e ha finito la sua prestazione in crescendo. Un messaggio di potenza entusiasmante.
Il Cattivo: Sinisa Mihajlovic.
Il tecnico blucerchiato dopo il 2-2 esterno della Sampdoria con il Cagliari è esploso o meglio come ha detto lui si è “incazzato“. A fine partita non ha accettato il pareggio e in conferenza stampa lo ha manifestato senza mezzi termini. Prima ha attaccato la squadra per gli errori e per le leggerezze commesse e poi ha attaccato se stesso per non essere stato in grado di trasmettere la sua mentalità alla squadra. Uno sfogo da cattivo, da duro ma Sinisa è fatto così e piace proprio per questo. Lui è uno che non vuole perdere mai, lui è uno che dai suoi ragazzi vuole tutto e quando le cose vanno male si arrabbia anzi si inc….come dice lui. Per i suoi ragazzi sarà una settimana difficile.
Il Brutto: Esultanza.
Questa volta l’aspetto brutto non arriva dal campionato italiano, ma da lontano e riguarda il calcio indiano e in particolare l’esultanza dopo una rete. Il gol, la palla che varca la linea di porta è il momento dove si incrociano tanti sentimenti. La felicità di chi segna, la gioia dei tifosi e la disperazione di subisce la rete. Un mix di sensazione che accompagno la vita degli sportivi e di segue lo sport. Ecco accompagnano la vita, ma non vanno certo contro il grande dono che viene regalato ad ogni essere umano. Quello che è accaduto nel campionato indiano nell’ultimo turno è atroce e privo di senso. Un giovane attaccante di 23 anni di una squadra indiana Peter Biaksangzuala, dopo avere segnato un gol ha esultato come i grandi campioni e nel cadere si è procurato un danno fisico che in 5 giorni gli ha tolto la vita. Una morte atroce che lascia senza parole e deve invitare alla riflessione. Un momento di gioia trasformato in lutto e sofferenza. La vita non può essere barattata con un’ esultanza per emulare i campioni e qui entra in scena un altro discorso. I grandi giocatori sono degli idoli per molti ragazzi e spesso vengo emulati in tutti i loro atteggiamenti e quindi anche nell’esultanza e allora sarebbe il caso di riflettere e fare attenzione evitando gesti e acrobazie pericolose dopo un gol, gesti che il movimento calcio dovrebbe vietare. Il pallone è gioia e divertimento, il gol è felicità e la felicità può essere manifestata con una semplice corsa e un abbraccio. E’ ora di ritornare alla normalità e voi campioni in questo potete essere di grande aiuto. La vita, il calcio e la gioia devono correre insieme senza capriole e gesti pericolosi.
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