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UNO SGUARDO ALLA SERIE A: “Il buono, il brutto e il cattivo” di Marco Piccari
Il telecronista Mediaset analizza l’ultima giornata di campionato soffermandosi sui tre momenti più salienti…
IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO – Nuova puntata della rubrica “Il buono, il brutto e il cattivo”, dove il telecronista Mediaset Marco Piccari, in esclusiva per Lazionews.eu, si sofferma sui tre personaggi che più hanno caratterizzato l’ultimo turno di campionato. Ecco i protagonisti della 18° giornata:
Il Buono: il San Paolo e la maglia della Lazio
Nell’ultima giornata di calcio due sono le cose belle anzi bellissime da sottolineare. Due cose che esulano dal campo, dai moduli e dalle giocate, ma che il calcio ha reso ancora più emozionati e che forse qualcuno non ha esaltato al punto giusto. A Parigi pochi giorni fa due attentati hanno calpestato la vita e la libertà, tante le riflessioni e i modi per stare vicino alla comunità francese. Una comunità, che mentre si giocava il derby capitolino, è scesa in piazza ha invaso Parigi per rispondere ai terroristi, per mostrare che tutti insieme si può combattere contro un male che attanaglia la civiltà. Contemporaneamente la Lazio, da sempre attenta al sociale ( lotta al razzismo, il caso Serbia – Albania), affrontava la Roma con la scritta sulla maglia “ Je suis Charlie” lo slogan della mobilitazione anti terrorismo. Un’iniziativa unica e forte in tipico stile Lazio che meritava riconoscimenti e complimenti maggiori. Unico è stato anche il momento vissuto al San Paolo all’ingresso in campo del Napoli e della Juve, quel “ Napule è mille culure, Napule è mille paure, Napule è a voce de’criature che saglie chianu chianu e tu sai cà nun si sulo” cantato dai napoletani per ricordare Pino Daniele, scomparso pochi giorni fa, è entrato nel cuore di tutti portando un brivido forte e devastante che ha emozionato sportivi e non. Un modo unico e passionale per non dimenticare un figlio di Napoli che solo Napoli poteva fare.
Il Brutto: Il Milan
Cerci è arrivato al Milan, ma il risultato non è cambiato. Nella squadra rossonera il gioco continua ad essere assente. Anche contro il Torino la formazione di Inzaghi ha espresso tutti i suoi limiti, i soliti gol su palla inattiva, giocatori che non riescono più a ritrovarsi ( vedi De Sciglio e El Shaarawy) e poca qualità in mezzo al campo. Il pareggio contro il Toro, che ha avuto ben quattro occasioni nitide da gol solo nel primo tempo, è frutto dell’imprecisione degli attaccanti granata e della reattività di Diego Lopez che più di una volta ha evitato al Milan la sconfitta. Un Milan bruttino e troppo altalenante nella prestazione, Pippo Inzaghi deve lavorare ancora molto e il terzo posto al momento sembra un miraggio.
il Cattivo: De Laurentis
“ Fermate Tagliavento” attacco duro e da cattivo quello del Presidente del Napoli De Laurentis al termine della partita contro la Juve. Il gol del 2-1 dei bianconeri di Caceres, in posizione di fuorigioco, ha fatto esplodere il patron del club partenopeo. Un sfogo e parole che ormai fanno parte del calcio italiano, gli attacchi agli arbitri sono una costante che assomiglia sempre più ad una regola. Però rivedendo le immagini il difensore bianconero è in posizione irregolare seppure impallato da Chiellini, quindi la rabbia del presidente è comprensibile. Ma continuare ad attaccare i direttori di gara a fine partita, chiedendo la loro testa aiuta poco e non sembra essere la soluzione migliore. Di errori se ne vendono molti anche in altri campionati soprattutto per quanto riguarda la regola del fuorigioco. Forse i Presidenti dovrebbero unirsi, chiedere e pretendere una regola dell’offside più chiara e meno soggetta ad interpretazione. Alzare la bandierina quando il pallone va verso il giocatore, verificare la traiettoria e i metri che ci sono tra l’attaccante e il difendete, per dirne alcune, non facilità il compito della terna arbitrale. Facile giudicare con il fermo immagine e le linee tracciate sul campo con tempo a disposizione e poca pressione. Una situazione che in campo è totalmente diversa, per questo motivo delle regole più semplici e dirette aiuterebbero tutti e forse, e dico forse, in Italia le polemiche potrebbero diminuire, ma non certo sparire per quello servirebbe una cultura sportiva, un vocabolo quasi sconosciuto nel nostro paese.
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