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UOMINI DA DERBY – Gascoigne e quel pianto sotto la Nord dopo il gol alla Roma
Grazie al fantasista inglese la squadra biancoceleste riuscì a pareggiare allo scadere un derby ormai compromesso. Le vicende extra-campo non hanno mai intaccato la sua capacità di farsi amare dalla gente laziale…
UOMINI DA DERBY – “Mi piace contribuire a creare uno spirito di squadra nello spogliatoio. Sento che ho tanto amore da dare“. Da calciatore era così, Paul John Gascoigne. Le mille vicessitudini extra-campo non hanno mai intaccato la sua capacità di farsi volere bene. Soprattutto alla Lazio. Per i tifosi biancocelesti è un idolo, come hanno dimostrato il 22 novembre scorso quando Gazza è tornato all’Olimpico 17 anni dopo il suo addio al club capitolino. Quelli della Roma, invece, lo ricordano come un incubo.
PRIMA DELLA LAZIO – Nel 1983 il ragazzo di Gateshead riesce a entrare nelle giovanili del Newcastle. L’esordio in prima squadra risale al 1985. Diventa subito un beniamino del St. James Park, arrivando a collezionare 104 presenze con la maglia dei mcpies. Il 1988 è l’anno della consacrazione: prima passa al Tottenham, poi esordisce in nazionale. Nel 1990 si mette in luce nel mondiale italiano. L’anno dopo la Lazio – nonostante un infortunio pesante da smaltire – lo acquista per 15 miliardi di lire.
IL GOL NEL DERBY – Giunto a Roma, Gascoigne si fa subito notare per la sua eccentricità. Scherzi e battute sono all’ordine del giorno. La sua vita fuori dal campo finisce spesso sui giornali. Ma è sul rettangolo di gioco che Paul dà il meglio di se. Nella prima stagione alla Lazio (’92-’93) colleziona 22 presenze e 4 reti incampionato. La prima di queste è quella che i supporter laziali ricordano con più gioia. E’ il 21 novembre del 1992, la Lazio si trova sotto di un gol. All’ 89′ Signori, dalla trequarti, mette in mezzo un pallone che Gazza gira un porta con un colpo di testa vincente. La Nord esplode. Il derby finisce 1-1. Nonostante le apparenze, il fantasista inglese è sempre stato capace di emozionarsi. “Come nel suo primo derby – ricorda l’ex responsabile della comunicazione biancoceleste Pennacchia – a pochi minuti dalla fine quel gol di testa, corse come un pazzo sotto la Curva Nord e pianse come un bambino”.
IL RESTO DELLA CARRIERA – Gascoigne chiude la stagione ’93-’94 con 17 presenze e due gol. Nel ’94-’95, a causa di un brutto infortunio, gioca solo 4 partite in biancoceleste. Le presenze totali, con la maglia della Lazio, sono 43 (con 6 gol). L’ultima gara con la squadra capitolina, prima del ritorno nel Regno Unito, è Lazio-Cagliari del 30 aprile 1995. Dopo l’esperienza romana, gioca tre anni nei Rangers Glasgow. Nel 1998 passa al Middlesbrough, nel 2000 all’Everton. E’ in questo periodo che Gascoigne ammette per la prima volta i suoi problemi di alcolismo. Prima di ritirarsi nel 2004, gioca nel Burnley, negli Stati Uniti e in Cina.
IL RITORNO – “Ho aspettato vent’anni questo momento“. Paul è commosso, il giorno del suo ritorno all’Olimpico. Viene travolto dall’ondata d’amore della curva Nord. “Welcome back” gli cantano i sostenitori laziali. Lui, in lacrime e con la sciarpetta biancoceleste al collo, giura: “La Lazio e la Nord saranno sempre nel mio cuore da quando sono andato via ho sempre continuato a tifare questi colori“. Nessuno, nell’ambiente laziale, ha dimenticato Gazza: “Still our Hero“.
f.gl.
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