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UOMINI DA DERBY. Il genio e la sregolatezza di Vincenzo D’Amico
Storia e ricordi indelebili di un talento puro che con la maglia della Lazio ha realizzato 4 gol alla Roma…
IL GENIO E LA SREGOLATEZZA
Uno dei talenti più puri del calcio italiano di fine anni 70’ aveva un nome caro alla Lazio: Vincenzo D’amico. Il suo esordio in Prima Squadra avviene nel 1971 alla tenera età di 17 anni. La definizione di un grande del giornalismo sportivo come Alfeo Biagio, che lo descrisse così nei suoi primi anni da calciatore, è un ritratto preciso: «D’Amico per noi è il talento più lucido delle ultime leve, rapido nelle conclusioni, geniale nelle intuizioni dello sviluppo della manovra, solido e proporzionato nel fisico, che è quello di un brevilineo veloce. Lasciate che acquisti la necessaria esperienza poi si parlerà di lui come uno dei più forti giocatori italiani di tutti i tempi». Ma è successo solo in parte per colpa sua che vedeva il calcio come un hobby e un divertimento e che spesso preferiva non rinunciare ai piaceri della vita. Ma un giocatore che trascorre 14 anni di carriera su 17 con la maglia biancoceleste, con la quale gioca da Capitano nella stagione 1979-80, non può non essere inserito nella “hall of fame” della Società laziale. E poi il suo nome è apparso per 3 volte nei tabellini del derby.
LA PRIMA VOLTA DI D’AMICO
Vincenzo D’Amico fa parte della storia della Lazio semplicemente perché è stato uno di quei giocatori nato e cresciuto nel settore giovanile biancoceleste che ha trovato la propria consacrazione in prima squadra. È uomo da derby perché in due partite contro la Roma ha fatto valere la sua qualità. “Vincenzino” entra di diritto nella galleria dei biancocelesti indimenticabili il 31 marzo del 1974, nel derby di ritorno. La sfida parte male con Felice Pulici che mette nella sua porta il pallone de romanista Spadoni: uno di quegli autogol che anche oggi verrebbero definiti tale. Ma è D’Amico che riporta la partita in parità che poi finirà con la vittoria biancoceleste con un gol dell’indimenticabile Chinaglia.
LA SECONDA “DOPPIA” VOLTA DI D’AMICO
Nella stagione ’83-’84, fa un altro dei suoi miracoli, precisamente nel derby del 26 febbraio del 1984. Contro una Roma Campione d’Italia che lotta per riconquistare lo scudetto e corre forte verso la finale della Coppa dei Campioni, la Lazio può sperare di fare risultato solo con una partita di cuore e orgoglio. E così “Vincenzino” dopo appena 9 minuti porta la Lazio in vantaggio, con una delle sue punizioni deviata da Di Bartolomei. Ma non finsce qua: poco dopo la metà del primo tempo Agnolin concede un rigore che D’Amico trasforma. È doppietta e Lazio è clamorosamente in vantaggio per 2-0. Peccato che la sua “doppia” serva solo a non far perdere la Lazio perché Cerezo e Di Bartolomeo impattano il match al 51’.
E QUELLA VOLTA CHE..
Ma non sono stati solo risultati positivi quelli della Lazio con D’Amico in campo. Infatti il 2 marzo 1980 D’Amico al 74’ riesce a realizzare il gol dell’1-1 in risposta al vantaggio di Pruzzo. Ma non basta perché Giovannelli all’85 regala la vittoria ai giallorossi
LA SUA CARRIERA IN MAGLIA BIANCOCELESTE
Sono 266 le volte in cui D’Amico ha indossato la maglia biancoceleste (dalla dal1971 al 1980 e dal 1981 al 1986) in campionato con 39 reti all’attivo. Quello che rimane, però, è anche il rimpianto di quello che poteva essere e non è stato, perché non è riuscito a sfruttare al massimo il suo talento, quel grande dono che aveva ricevuto da madre natura
Carmine Errico
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