VARSAVIA, via ai rientri

RASSEGNA STAMPA SS LAZIO – Continua ad evolversi la vicenda che ha causato ventidue arresti tra i tifosi della LAZIO in occasione della partita contro il LEGIA VARSAVIA. In questa settimana, ormai venuta al termine, sono filtrate alcune informazioni tra autorità polacche e italiane, con il Ministero degli esteri e Palazzo Chigi. Ne è emerso un dato che racconta una verità importante: la UEFA considerava la partita di Varsavia ad alto rischio, mentre secondo la polizia polacca era una gara a cui prestare attenzione per i cori razzisti, gli artifici pirotecnici e una certa aggressività accreditabili a parte della tifoseria laziale; così riporta il “Corriere dello Sport”. Tuttavia, al CNIMS italiano non è pervenuta nessuna richiesta specifica di collaborazione preventiva dalla Polonia tale da programmare l’invio di funzionari di collegamento in contatto con le autorità locali e con la tifoserie ospite, se non il 28 Novembre stesso, giorno del match. La Polizia polacca dalla sua ha fatto sapere anche che nessuna delle due società, né il LEGIA né la LAZIO, avevano attivato una forma di accoglienza. Alle forze dell’ordine si recrimina una certa durezza nei metodi nel processo di arresto. Infine, sebbene si riconosca una coerenza giuridica dettata dall’ordinamento nazionale, il nostro Governo richiede diplomaticamente una definizione rapida. Il primo ministro TUSK ieri sera ha ribadito “Quelli che non saranno condannati presto torneranno a casa e l’ho detto chiaramente anche a Letta. Ma non ci saranno agevolazioni né alcuna carità per quelli che hanno aggredito la Polizia o che hanno violato l’ordine pubblico“.