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VIOLENZA ULTRÀ: il Governo vuole vietare le trasferte
REPUBBLICA.IT (F.Bianchi) – Dopo la morte di Ciro Esposito l’esecutivo starebbe studiando un pacchetto di nuove misure per la sicurezza. Ma le contraddizioni non mancano…
NON SOLO LAZIO – Dopo la morte di Ciro Esposito il Governo starebbe studiando, oltre ad un pacchetto di nuove misure da portare in consiglio dei ministri, di bloccare anche le trasferte. Non tutte, ma quasi. Quelle a rischio sicuramente sì. E potrebbero essere tante in un mondo (del calcio) così avvelenato. Potrebbero riguardare i tifosi della Roma e del Napoli. Di sicuro non quelli di Samp (gemellati con il Parma), del Sassuolo e di altre società. E poi Napoli-Roma e viceversa, si potrebbe giocare a porte chiuse. Ma chi vieterebbe le trasferte: l’Osservatorio o i prefetti? Non si capisce bene. Al Viminale sono preoccupati per eventuali ritorsioni. Come rivela repubblica.it (F.Bianchi), molto preoccupati per l’ordine pubblico. Domanda: vietando (alcune) trasferte si risolverebbe il problema? Già adesso sono ben pochi i tifosi che seguono la squadra del cuore anche fuori casa. Ma, ad esempio, i sostenitori giallorossi, tranne poche eccezioni, si sono comportati bene a Reggio Emilia col Sassuolo e in altri stadi. E’ giusto dire no a tutti? Basterebbe applicare le leggi che già ci sono senza studiare ulteriori giri di vite, misure straordinarie. Bisogna isolare i violenti, senza prendersela con tutti gli ultrà. Qualcuno ha proposto anche di sciogliere i gruppi ultrà e proibire gli striscioni (che sono già proibiti): follie di una Paese che dopo anni è ancora alle prese col problema-stadi, senza essere capaci di trovare una soluzione. Silenzio totale invece su come prefetto e questore di Roma hanno gestito la finale di Coppa Italia: lì Alfano tace. In campagna elettorale aveva promesso il Daspo a vita (impossibile) e difeso chi aveva messo in piedi un sistema di sicurezza che ha mostrato spaventose falle (vedi Tor di Quinto). Ora Alfano tace. Non una parola per Ciro.
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