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ZARATE all’attacco: “Totti? I fenomeni vincono il Pallone d’oro. Spero di segnare stasera”
Mauro Zarate racconta la sua nuova avventura nerazzurra sulle pagine de Il Corriere dello Sport…
Mauro Zarate racconta la sua nuova avventura nerazzurra sulle pagine de Il Corriere dello Sport…
(foto Getty Images)
La sua avventura nerazzurra non è iniziata nel migliore dei modi: due sconfitte di fila condite da prestazioni decisamente sottotono per l’attaccante argentino. Ma stasera i nerazzurri hanno l’occasione di riscattarsi contro un altra ‘malata’ della Serie A: la Roma di Luis Enrique. Una partita particolare per Mauro Zarate, che fino a 20 giorni fa vestiva la maglia dei cugini biancocelesti.
Mauro è rimasto molto legato ai tifosi laziali e senza ombra di dubbio vivrà la partita di stasera come un derby. «E’ una squadra forte che sta cercando di ringiovanire la rosa, mantenendo comunque giocatori d’esperienza come Totti, Perrotta e altri. Mi sembra un buon progetto, ma per portarlo avanti bisogna dare tempo all’allenatore». Le parole di Maurito nell’intervista rilasciata a Il Corriere dello Sport. «La Roma è una grande squadra e le grandi squadre possono sbloccarsi in qualsiasi molto, diventando molto pericolose. Speriamo non succeda domani sera (stasera, ndr) ».
Stasera si ritroverà di fronte Francesco Totti con il quale, durante il suo periodo nella sponda biancoceleste della Capitale, si è beccato in diverse occasioni (in particolar modo lo scambio di battute che ci fù tra i due quando il capitano accusò Zarate di non essere un fenomeno e l’argentino che rispose dicendo che Totti era finito da 10 anni): «Dissi quella frase e la stampa l’ha fatta diventare un caso. Frasi così nel calcio se ne dicono. I fenomeni comunque sono quelli che vincono i Palloni d’Oro (e Totti non ne ha vinti, fa intendere… ndr)». Mauro stringerà la mano del capitano giallorosso? «Io non ho problemi con nessuno».
La sua esperienza laziale non si è chiusa benissimo, a causa soprattutto del rapporto complicato con il tecnico Reja: «E’ venuto da me e mi ha detto cose che non voglio ripetere perché è giusto che rimangano nello spogliatoio. Io non faccio come altri che dicono in giro i fatti dello spogliatoio. Dopo quel colloquio ho deciso di andare in un’altra squadra».
I maligni dicono che se ne sia andato da Roma perchè non voleva fare la panchina: «Nessuno può sapere se alla Lazio avrei fatto panchina o meno, ma dal primo giorno, dopo il colloquio con Reja, avevo deciso di andar via. Non volevo né andare in panchina, né giocare, niente…». Pensare che lo scorso finale di stagione aveva fatto sperare in una riapacificazione tra i due: «Ero in grande forma e ho fatto bene fino alla partita contro l’Udinese quando ho sbagliato il rigore. Quell’errore mi ha buttato giù».
Nei tre anni biancocelesti Mauro ha vinto 2 trofei, la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana, ma c’è chi pensa che avrebbe potuto dare di più alla Lazio in relazione alle sue enormi potenzialità: «Sì, credo di sì, ma ora spero di dare il massimo qui all’Inter. Mi sarebbe piaciuto far meglio, segnare più gol e togliermi tante soddisfazioni in più».
Un rapporto che nonostante tutto resta stretto tra l’argentino e la Lazio, che non esclude in futuro di poter tornare «Non si sa mai» e rivela come alla fine del suo primo campionato abbia voluto fortemente i colori biancocelesti convincendo il presidente a sfruttare la clasuola di resciossione per evitare delle aste con le altre squadre: «Sì, gliel’ho detto io in persona. Dopo la mia prima stagione alla Lazio, l’Al-Sadd stava trattando con un club inglese (il Manchester City, ndr) che offriva molto più di quello che ha pagato Lotito. L’affare era quasi concluso con gli inglesi, ma io volevo restare alla Lazio e ho detto al presidente della clausola».
Ora il futuro di Maurito è nerazzurro. Il numero 28 non è ancora riuscito a mettere a segno il suo primo gol con la nuova maglia:«Spero di segnare contro i giallorossi. Magari…». E’ un auguri che si fanno anche i tifosi biancocelesti…
DANIELE GARGIULO
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