Capitale a due faccie. Lotito presente e accentratore

IL TEMPO (L. SALOMONE). Se la Lazio si trova ad inseguire da due anni ormai l’Europa più importante gran merito va dato al presidente Claudio Lotito che nel 2004 “l’ha presa sull’orlo del fallimento economico dopo l’epopea cragnottiana e l’ha portata a buoni risultati dopo qualche stagione anonima“. Il numero uno biancoceleste è “l’unico riferimento del club, è un presidente accentratore che pretende di avere tutto sotto controllo […] nessuna delega, comanda lui e basta”. Il suo modo di fare non è piaciuto alla gran parte dei tifosi. Tuttavia il suo modo di intendere il calcio “meno spese e voglia di riportare i costi del club a livelli normali” hanno permesso alla società biancoceleste il risanamento economico. Il prossimo passo sarà “riportare la squadra stabilmente a grandi livelli. Per riuscirci ha un solo obiettivo: lo stadio polifunzionale, con una cittadella dello sport intorno dove poter far giocare le oltre 50 sezioni della polisportiva biancoceleste“.

La scelta di Petkovic è sua (su segnalazione del fido Tare). Il tecnico di Sarajevo ama il gioco offensivo e ha dimostrato che anche il 4-1-4-1, apparentemente modulo difensivo, se correttamente interpretato può fare grandi risultati. Per quanto riguarda la squadra, “solo acquisti mirati, meglio se stagionati. Ventisette milioni spesi negli ultimi due anni a mezzo per provare (finora senza successo) a tornare in quella Champions accarezzata quattro anni fa”. “Tanti ultratrentenni per vincere subito anche se con otto giocatori a scadenza di contratto a giugno è stato già progettato un ringiovanimento complessivo della rosa. Per alzare l’asticella che regala una Lazio a buonissimi livelli ma incapace finora di fare il grande salto.