CORONAVIRUS
Caso tamponi, Lotito avrebbe negato qualsiasi responsablità: “Non potevo controllare tutto”
LAZIO TAMPONI LOTITO – Tra impegni sul campo e rinvii di gare in programma da calendario, si avvicina a grandi passi la data dell’udienza del Presidente biancoceleste Claudio Lotito presso il Tribunale Federale per il caso tamponi: il 16 marzo è solo la prima tappa dell’iter atto a stabilire se veramente ci sia stata una responsabilità diretta della società capitolina in merito alla mancata comunicazione delle positività all’ASL di competenza. Sulla questione ha provato a far luce oggi la Gazzetta dello Sport, riportando un’inchiesta del periodico “Domani“. Il quale avrebbe svelato le carte dell’audizione di Lotito di due settimane fa.
Il caso Lazio-tamponi: la difesa di Lotito
Nel colloquio in oggetto, Lotito si sarebbe rifatto alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle imprese con l’obiettivo di allontanare una condanna per responsabilità diretta della società. Nell’audizione il patron biancoceleste avrebbe sottolineato come nel club le responsabilità siano divise tra i settori in modo netto. Lotito avrebbe descritto la complessa struttura d’impresa della Lazio, la quale applica il sistema di governance duale. C’è insomma una separazione fra un Consiglio di sorveglianza e un Consiglio di Gestione, con delle responsabilità ripartite fra i settori in modo capillare. Lotito avrebbe dunque dichiarato che “In virtù delle dimensioni della SS Lazio io non posso seguire tutti i rami delle attività e funzioni aziendali“. Aggiungendo che la situazione tamponi sarebbe stata seguita solo in situazioni eccezionali. “I miei organi mi hanno investito per assumere una posizione ufficiale della SS Lazio“, la chiosa del patron capitolino.
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