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Governato: “Paul era un giocatore straordinario, un ragazzo amato da tutti”
L’ex direttore sportivo della Lazio che trionferà poi in Italia con il secondo scudetto ricorda Gazza e il suo acquisto da parte della società…
L’ex giocatore e direttore sportivo biancoceleste che fatto più di 200 presenze con la maglia della Lazio negli anni ’60, Nello Governato ha parlato ai microfoni di Radio Sei del ritorno di Paul Gascoigne in occasione della gara di Europa League tra Tottenham e Lazio: “Ho conosciuto bene Paul. Ci vorrebbe un libro o un film per raccontarlo. Un uomo generoso, amato da tutti i suoi compagni e allo stesso tempo non facile, per via di alcune situazioni. Di solito i giocatori di squadra tendono a respingere chi si non si comporta in maniera consona, invece lui era amatissimo. Aveva qualche problema fuori dal campo. Il vizio dell’alcool se l’è portato avanti per la vita e l’ha condizionato parecchio. Era un giocatore completo: aveva fisico e tecnica. Un giocatore straordinario di livello mondiale, aveva una vita sregolata, ma era un ragazzo di animo buono, amato da tutti. Ciò vuol dire non che lo sopportassero, ma era proprio amato. Non l’ho mai sentito rimproverare o sgridare un compagno negli allenamenti, anzi aiutava tutti e diceva come fare. Aiutava i giovani nella crescita. Se non avesse avuto questa vita piena di problemi, anche sentimentali, avrebbe giocato più a lungo e ci avrebbe fatto vincere qualcosa. Era un genio con un fisico potente, in grado di resistere a qualsiasi carica. Il suo gol al derby è indimenticabile. Lui stimava moltissimo Zoff, che all’epoca era allenatore, e avevano un bel rapporto, anche se Dino era severo, ma con Gascoigne non era possibile essere severi. Gli si voleva bene per forza, anche se veniva al campo di allenamento un po’ ‘alterato”.
Hai mai subito qualche scherzo di Paul? ” No, mai”.
Sulla trattativa che portò Paul alla Lazio: “Fecero tutto Calleri e Regalia, quando arrivò Cragnotti, la trattativa era chiusa, poi ci fu la storia dell’infortunio. La Lazio lo aveva già acquisito”.
Cosa è cambiato fra i DS di allora fino e quelli di oggi? “Il calcio cambia e si rinnova, cambiando le cose buone e non. Nel 1982-83 c’erano pochi procuratori, poi prese il via, divenendo necessaria la collaborazione, trattando un giocatore col rispettivo procuratore. C’erano alcuni procuratori che lavoravano bene, altri ne approfittavano. Ora i procuratori si sovrappongono al Presidente. Cragnotti, invece, per forza di cose delegava spesso le questioni”.
Il suo rimpianto? “Volevo portare Baggio, quando aveva smesso Mancini, nel 2000. In quel momento lì si poteva portare, ma non fu possibile… Lo conoscevo dai tempi della Juventus e sarebbe venuto, poi andò al Brescia. Era uno dei giocatori italiani conosciuti in tutti il mondo, avrebbe dato internazionalità alla Lazio”.
Il miglior affare? “Di Matteo, non costò niente. Quando Zoff lo vide, disse: ‘E’ il mio titolare’ “.
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