La Lazio manda il messaggio sulle maglie: No racism

CORRIERE DELLO SPORT – (D. Rindone). “No Racism” deve essere il messaggio principale della sfida di ieri sera. La risposta della Lazio al radi di Campo dei Fiori è stat questa: scendere in campo contro ogni forma di razzismo. E lo stadio ha applaudito all’idea delle magliette e soprattuto, lo stadio ha riempito di fischi quei pochi deficiente che verso il 40′ hanno intonato “As Roma Judas”, giusto per conferma che la mamma degli imbecille è sempre incinta. Forte e chiaro il messaggio che si leggeva nello striscione  della Curva: “Stoltezza ed idiozia non albergano in questa curva. Giù la mano dalla Lazio e dai Laziali“. E poi, dalle colone e del Corriere parte una sorta di appello: non si penalizzi la Lazio, l’Olimpico è a rischio diffida in Europa e il club ora rischia la multa proprio per uno striscione apparso nella Nord. Recitava “Speziale e Micale innocenti, si faccia verità”. Non era uno slogan razzista ma era rivolto ai condannati per l’omicidio Raciti. Comunque bello il gesto dei giocatori della Lazio che hanno formato come una catena per unirsi assieme  come a voler dire che “uniti si è più forti del razzismo”. E a voler sottolineare il perché di questa scelta ci pensa Lotito: «Serviva una chiarificazione, noi come club siamo stati accusati di questa aggressione, ma ogni accusa era priva di fondamento. Purtroppo i media hanno detto cose false, perché poi è emerso con chiarezza che erano delinquenti che tifavano anche per la squadra opposta della città. Queste accuse dei media hanno danneggiato sia la società che la tifoseria. Io da quando sono presidente della Lazio mi sono sempre dissociato da queste cose, questi sono delinquenti che devono essere puniti con il codice penale. Ribadisco che i tifosi della Lazio non c’entrano niente. Questi episodi sono successi già in altre occasioni, ma con squadre come Arsenal e Liverpool e hanno danneggiato Roma, che è una città tranquilla e sicuramente non può essere paragonata a Tel-aviv».