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Garlaschelli, l’eroe della ‘Banda Maestrelli’ compie 70 anni: “Dopo 50 anni la gente non ci ha dimenticato”
LAZIO GARLASCHELLI – 70 anni fa, il 29 marzo 1950, Renzo Garlaschelli veniva al mondo in una piccola provincia vicino Pavia. 24 anni dopo passerà alla storia contribuendo alla vittoria del primo scudetto della Lazio, nella stagione ’73-’74. Una carriera calcistica tinta di biancoceleste, dato che a Roma ci rimarrà per ben 10 stagioni, dal 1972 al 1982. In questo lungo periodo collezionerà ben 228 presenze mettendo a segno 51 gol. Di questi 9 saranno siglati in Coppa Uefa in 38 presenze e 4 in Coppa Italia in 10 partite. Il successo nel ’74 ne fa uno degli eroi della ‘Banda Maestrelli‘, protagonista in quella cavalcata anche nella partita decisiva contro il Foggia in cui si procurò il rigore poi trasformato da Chinaglia. Il popolo laziale lo ricorda con affetto e lui, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, si è detto felice di questa cosa.
Un compleanno particolare
“Di solito, organizzavo una cena con i miei amici. Ma stavolta sarà tutto diverso, visto il momentaccio che stiamo vivendo. Mi consolo, dei 70 compleanni me ne mancava uno così. Qui a Pavia è tutto bloccato da giorni. L’epidemia si è sviluppata a trenta chilometri da qui, poi si è diffusa velocemente a Brescia e a Bergamo. Io, fortunatamente, sto bene. Come passo le giornate? Leggo, guardo un po’ di televisione, faccio qualche telefonata agli stessi amici con cui sarei dovuto andare a cena stasera.”
I ricordi della Lazio del ’74
“Con i telefonini ormai arrivi dove vuoi: la storia si trova, ogni tanto capita di parlarne con gli amici o di guardare una foto in bianco e nero. Ma i veri ricordi sono nella testa, incancellabili. Sono passati quasi cinquant’anni ma la gente ancora si ricorda di noi. Quando torno a Roma è sempre una festa, mi chiamano in tanti per parlare di quella impresa, e ogni volta che sento i vari Wilson, Oddi, D’Amico, sono risate. Il rapporto con la città e con i compagni è rimasto intatto, nonostante la nostra squadra negli ultimi tempi sia stata mitragliata. Prima Chinaglia, poi più di recente Pulici, Polentes e Facco, un dolore enorme.”
Su Chinaglia
“Giorgio era un ragazzo straordinario. Forse un po’ rompiscatole in campo quando non gli veniva passato il pallone, ma sono felice di essere stato suo compagno di squadra. E poi qualcuno di quei 24 gol gliel’ho fatto fare io…”.
La ‘Banda Maestrelli’
“Negli anni il calcio è cambiato tanto, dentro e fuori dal campo. Forse, oltre che per i risultati, siamo entrati nel cuore dei laziali perché non c’era distanza tra noi e loro. Era una squadra aperta al rapporto con i tifosi, il campo di allenamento a Tor di Quinto era un porto di mare: venivano in tanti e noi ovviamente ci fermavamo a parlare con loro. Eravamo anche bravini (ride, ndr), singolarmente e come insieme di giocatori, ma non credo si possa fare un paragone con il calcio di oggi, forse più violento e a volte più noioso, nonostante i protagonisti siano più preparati. Così come non credo sia possibile accostare Inzaghi a Maestrelli. È cambiato tutto, tranne i colori della maglia, il bianco e il celeste.”
Sulla Lazio di oggi
“Due anni prima di vincere lo scudetto, nessuno di noi pensava che quella squadra nata per caso potesse arrivare a giocarsi il titolo. Neanche questa Lazio era stata fatta per competere per vincere il campionato, ma i campioni ci sono. La Lazio era lanciata e avrebbe lottato fino alla fine per vincere lo scudetto. Non sarà facile riprendere dopo una sosta così lunga, ma la Juventus e soprattutto l’Inter stanno avendo qualche difficoltà. Se si rigiocherà, spero in un grande finale di stagione di Correa, che da solo può saltare tutta la difesa avversaria.”
Il regalo per i suoi 70 anni
“Beh, la Lazio me lo stava facendo, giocando così bene e tornando a lottare per lo scudetto. Magari mi arriva con qualche mese di ritardo, chissà. Ma non è questo il momento di parlarne: adesso ci sono problemi più seri.”
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