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Fortuna (per la Lazio) Wallace. Il carioca con il 13 sulle spalle
Pubblicato il 23/12
FORTUNA DI NOME E DI FATTO – Wallace Fortuna Dos Santos, per tutti Wallace, si sta rivelando un innesto importante per la retroguardia biancoceleste. Gli 8 milioni di euro che Lotito e Tare hanno deciso di investire a fine luglio, per assicurarsi le prestazioni del brasiliano, rappresentano un investimento tutt’altro che leggero. Nonostante ciò, l’arrivo dell’ex Braga è passato per molti versi inosservato.
ESORDI – Classe ’94 nato a Rio de Janeiro, muove i suoi primi passi da calciatore nel Tigres do Brasil. All’età di 15 anni inizia la trafila nelle giovanili del Cruzeiro e quattro anni dopo fa il suo esordio in prima squadra, nella partita di Coppa del Brasile vinta contro l’Atlético Goianiense. Nel 2014 i portoghesi dello Sporting Braga acquistano il cartellino del carioca per circa 10 milioni di euro, girandolo, però, in prestito ai francesi del Monaco. Nelle due stagioni passate con la maglia monegasca, Wallace inizia a mettersi in mostra, raccogliendo 40 presenze in Ligue 1 e affacciandosi al palcoscenico internazionale della Champions League, il 16 settembre 2014 contro i tedeschi del Bayer Leverkusen.
L’ARRIVO A ROMA – Giunto nella capitale per rinforzare il reparto difensivo della Lazio, dopo le partenze in estate dei vari Gentiletti, Maurício e Bisevac, viene accolto con molto scetticismo dai tifosi biancocelesti. Anche mister Inzaghi sembra preferirgli l’olandese Hoedt e il neo arrivato Bastos, oltre all’imprescindibile de Vrij. L’esordio con la maglia biancoceleste arriva già nella prima di campionato a Bergamo, quando al 69′ subentra a Lombardi per difendere il risultato contro l’Atalanta: da un suo errore nasce il gol, inutile, del 3-4 della Dea. Per vedere l’ex Monaco titolare dal 1′ bisognerà, però, aspettare la sesta giornata, quando all’Olimpico la Lazio si impone sull’Empoli per 2-0.
ESCALATION – Le gerarchie di Inzaghi non sembrano essere mai state un problema per Wallace. Il duro lavoro, e gli infortuni di Bastos e de Vrij, hanno permesso una scalata nelle preferenze del mister e della tifoseria romana, che hanno portato il brasiliano da essere quarta-quinta riserva (spesso gli è stato preferito anche Radu centrale) a titolare quasi inamovibile dell’Aquila.
FISICO GRANITICO E PIEDI DA BRASILIANO – Nonostante i 191 cm di altezza, che lo rendono formidabile nel gioco aereo, il centrale è dotato di discreta velocità e agilità. Destro naturale, ha dimostrato più volte di saper utilizzare entrambi i piedi per cambi di gioco precisi e progressioni palla al piede. Inoltre la sua stazza gli permette di essere un punto di riferimento anche nell’area avversaria, dimostrando la sua pericolosità in fase offensiva sulle palle inattive.
CARATTERE – Un’altra delle caratteristiche che di certo non manca al difensore carioca è la personalità. Quanto successo nel derby contro la Roma avrebbe spezzato le gambe a qualsiasi giocatore medio. A lui no. L’errore, gravissimo, se da un lato deve essere visto come un’enorme ingenuità per chi affronta una partita del genere in Serie A, dall’altro può essere interpretato come sintomo di coraggio e consapevolezza nei propri mezzi. Bravissimo è stato Inzaghi a rinnovargli immediatamente la fiducia nella partita seguente contro la Sampdoria, dove il centrale ha ripagato la scelta del tecnico disputando una partita di livello.
ASPETTATIVE – I margini di miglioramento sono evidenti per il classe ’94, ma quanto mostrato finora dal carioca costituisce un solido punto di partenza. I rapporti con la tifoseria e con i compagni sono ottimi (una grande amicizia lo lega all’altro brasiliano Felipe Anderson). Insomma, se ad inizio campionato la scelta del numero 13 poteva risultare impropria e addirittura fastidiosa per qualche tifoso, dopo un girone disputato con la casacca biancoceleste, Fortuna Wallace ha dimostrato di poter valere il numero (e il nome) che porta.
Edoardo Marchesi
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